lunedì 7 novembre 2016

LA VOCE DEL MARE


Tranquilla  l’acqua dove il cielo immenso
è  immerso nell’onda e il guardo giunge
fino all'orizzonte, per abbraciar la riva
per  sentire le infinite voci del mare.

  Veder l’aurora che sorge nel mattino
e indora  questa distesa d’acqua che vorresti
tutta esplorare in un solo istante,
e pensi, in questa pace silenziosa,

a quanti han solcato questo mare
alla ricerca degli  infiniti tesori
che a pochi cede, se non cedi al mare,
ai tanti vascelli ed alle navi

liberate dall’ancora che alla riva tien  legate.
Ora  sull’onde scivolan  leggere e lor son carche
di gente ch’è partita con l’ansia di scoprire
un mondo nuovo, di cambiare forse vita,

 in tanti son rimasti, altri, neppur giunti alla mèta.
Senti quasi cantare i marinai, volti bruni
piegati a ogni fatica, svegli  a notte fonda,
tornati  quando la rete a bordo è ritirata.

Immagini che quando sarà notte,
v’è un grande luccichio sopra l’acque,
forse monete d’oro trasportate
da un galeone che non è mai giunto,

la luna guarda e si rispecchia in mare.
E nel profondo dove l’acqua è cheta,
s’agita nella sabbia e non lo vedi,
pavido mostro negli anfratti ascoso,

segue con gli occhi i movimenti, scruta,
afferra ratto e si ritrae fra l’alghe,
poi torna a vigilare sulla preda
e resta ancora immobile, in attesa.

Ma se è tempesta, credi che  vi sia 
un turbine che vuole scuoter l’acque,
scavalca le onde agitate e stanche
inquiete, come all’amo trascinate

dal  vento che non le vuole mai placate.
Ma dolce è il mare quando alla sua riva
puoi sedere, ascoltar la voce
di chi è venuto qui a confidare ogni dolore,

ogni  gioia, ogni sogno, ogni sospiro,
che il mare ascolta e a nessuno racconta.
Ogni lacrima con una brezza lieve
dalle guance ha asciugato, lenito le tue pene,

ti ha abbracciato quando alla sua acqua
ti sei affidato, t’ha accarezzato e a lungo
con te ha mormorato nel suo andare e tornar
placidamente, lambendo ad ogni attimo la riva,

correndoti incontro per rapirti all’onda
e poi lasciarti liber nuovamente
di ritrovarti dopo un'altra alba
seduto sulla sabbia ad ascoltare

dell’ultimo ch’è giunto alla sua sponda.
Lo ha consolato come suole fare
sussurrando a quel  cuore  come  prece, 
con la sua voce. La voce del mare  non tradisce!
Sellia Marina 21 Maggio 2011



3 commenti:

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  2. Puoi sedere, ascoltare la voce di chi è venuto qui a confidar ogni dolore...è bello confidare le proprie pene seduti sulla riva del mare ,con il vento che accarezza la pelle e il rumore delle onde che penetra nel cuore...molto bella questa poesia dedicata al mare ..Caterina Tagliani

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  3. Il mare è vita Antony..è morte per chi lo sfida..am sedere alla sua riva...è un canto continuo...Grazie per la tua visita cara amica

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