giovedì 29 settembre 2016

OR CHE SEI GRANDE


Or che sei grande
la tua Ninì più non cerchi
ma a lei le tue attenzioni
non son mancate  mai.

Altro tempo è passato
così in fretta e forse i sogni tuoi
lì son rimasti, chiusi  in un cassetto...
forse ancora l’ali per volare

non son cresciute come gli anni tuoi.
Or che sei grande
non voltar  mai le spalle
al casolare, all’amore, alla fatica

di alzarti ogni dì all’alba,
non perder l’occasione
sii della tua vita il padrone.

Se la pazienza è la virtù dei forti
portane sempre una valigia in mano
e vedrai, anche i tuoi  sogni tutti esaudirai.



Sellia Marina, 30 novembre 2012
(A Gabriele per il suo compleanno )


mercoledì 28 settembre 2016

E...SCORRE L'ACQUA


Scorre l'acqua e leviga ogni pietra
sferza pilastri, accarezza ponti,
spiana la riva e se ne va a ritroso
scorre l'acqua, scorre silenziosa.

Bacia la sabbia dove le tue impronte
hanno seguito quelle di altri mille
che ha cancellate come fanno l'onde
nel loro eterno andare vagabonde.

Scorre l'acqua e la terra inonda
sfiora i capelli, cadono sul viso,
spiana le rughe e tu ritorni vero
scorre l'acqua, scorre sul sentiero

dove cammini in fretta, spesso solo
sempre cercando se nell'ora tarda
vi sia almeno un'anima che aspetta
vicino a te per proseguire insieme...

E l'acqua scorre, scorre senza posa!




martedì 27 settembre 2016

IL POETA ATTENDE LA SUA NOTTE


Il poeta attende la sua notte
per descrivere un manto che di stelle
avvolga come una coperta
ogni terra che immagina sepolta

da gravidi e pesanti desideri.
La sua rima entro fragili fessure
s’intrufola e libera pian piano
ogni sasso, sgranella e setaccia la sabbia

che copre  e disvela al poeta
ogni arcano che sotto la volta si cela.
Il poeta si attarda ogni sera
quando piange una nuvola grigia

ogni goccia egli asciuga con una matita.
Ed il vento solleva quel manto
lo riporta fra luci ormai spente,
lo depone alla riva, sui sassi

ove attende la notte i suoi passi.
Il poeta non può ancor dormire
e paziente ripara i suoi stracci
non ha casa, l'universo,  la  sua famiglia,

il suo cuore...una grande conchiglia
che sul fondo del mare riposa
l’onda culla i suoi mali e respira:
sopra...un cielo di nuvole rosa!
Sellia Marina, 24 Agosto 2012


Pubblicata in "II Premio Internazionale di Poesia itinerante " Dal Tirreno allo Jonio" Giosuè Carducci alla scoperta del Codex Purpureus Rossanensis" -5 Dicembre 2015

lunedì 26 settembre 2016

COME PIUMA SUL CUORE

Lieve come una piuma, scivola sopra il cuore
il canto a te, Musa che non disdegni
il povero mio dire ch’è disciolto
d’ogni regola che poesia vuole.

Ogni mio verso libero nel cielo
vuol metter l’ali e non restare al suolo,
lasciare a terra tutte le miserie,
librarsi in alto, come in volo

s’alzano i gabbiani dalla riva,
o come vento che solleva foglie
che il terren come madre sempre accoglie.
E come piuma sopra il cuore scende

a consolare ogni sogno infranto,
il verso mio divide e non s’arrende
neppur quando  il giudizio della gente
può dir “ Non sei poeta, non sei niente!”

Sellia Marina,  1 Aprile 2011                                   

domenica 25 settembre 2016

E' DOMENICA, SIGNORE



E' domenica Signore, la Tua giornata
ed io non son venuta a salutarti
dove sei chiuso dentro la tua casa.

Poi guardo intorno e penso
che ciò che vedo un tempo fu creato
l'uomo ingrato da tempo l'ha scordato...

e credo che sia questa la Tua casa,
ci hai donato il mondo
e non hai chiesto nulla in cambio.

Così per quel che vedo Ti ringrazio
senza dovermi chiuder fra le mura
anche se le campane questa sera

hanno un suono più mesto...Forse di preghiera!

Sellia Marina, 10 Settembre 2012
( La chiesa di Ombriano-CREMA. dove sono stata battezzata)






martedì 6 settembre 2016

VOLGE L'AUTUNNO AL TERMINE

Presto cadranno anche le foglie gialle
ancora strenuamente abbarbicate ai rami
che il vento scuote e non sa far cadere,
volge l'autunno e avrà le tue mani

che prima lente, poi sempre più audaci
esplorano, assaporandolo il mio corpo
ancor desioso dei tuoi ardenti baci.
Volge l'autunno ed è già domani!

Avrà il colore dei tuoi occhi
vigili, attenti, mai stanchi di osservare
il lento volo dei gabbiani al mare.
Volge l'autunno al termine

e avrà i bagliori indescrivibili
di un quadro mai dipinto
la dolcezza di un fiore mai colto
Volge l'autunno al termine e avrà i sapori dell'orto.

Sellia Marina, 24 Novembre 2009
(Dalla raccolta "Vorrei…" pubblicata da Aletti Editore, ma non cercatela, è andata al macero)

CADE


                                                
Cade
questa pioggia sottile sul selciato,                                                             
con un ritmo
or grave or lento sul prato.                                               
Cade,                                                     
sui petali delle rose,                             
sulle foglie dei tigli,
sul platano ombroso
precossa da un lampo
e  da un tuono.
Cade,
con gocce insistenti come pietre
lanciate nell’acqua
e s’allargano cerchi più ampi
ove piccola onda s’infrange.
E non sai
s’è la pioggia che cade
o  lacrime
che scivolan  piano alle labbra.
E sorridi a quel dolce sapore...
S’annuncia già il sole!                                                          

Varese, 14 Giugno 2010
(  Da "Giacinti" Pubblicata in "I Poeti Contemporanei" N.127)


domenica 4 settembre 2016

ETERNAMENTE



Vieni, ti porterò lungo il viale degli oleandri
ti racconterò,
com’è dolce nel silenzio del meriggio
rimembrare il tempo trascorso
e com’è amaro a  volte, ricucire le ferite ancora aperte.
Vieni, saprai, assaporando questa quiete, 
com’è lieve il perdono,
sentirai dalle mie mani il profumo che ci aleggia intorno.
Vieni, il sole ancora non è tramontato,
v’è quiete nell’aria, pace dentro il cuore,
e ti dirò, mentre lente passano quest’ore,
che siam felici noi, insieme,
che parliamo di te, che siam serene.
Vieni, ti porterò nel rosaio,
rivedrai il bianco gelsomino
ti  leggerò qualche strofa, son brava sai?
E se sei stanco poseremo sotto il pergolato,
ci darà respiro, sorrideremo
e  il tuo lillà  stormirà, sarà felice
di saperci eternamente ancora insieme. 

Sellia Marina, 29 Maggio 2010
( da "Giacinti ")                                            






giovedì 1 settembre 2016

IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA

                                                                     
 Ora barbari son giunti per guardare
il relitto aggrappato ad uno scoglio
che il  fianco ha squarciato e la ferita
carezza l’onda ad ogni suo ritorno.

Ma nella notte alte grida e fari,
rumor di passi concitati, pianti di bimbi
strider di lamiere che la roccia infrange
e dal ponte calan piano le scialuppe.

Ognuno vuol fuggire da quel mare,
sentire la sabbia e l’acqua sotto i piedi
occhi sbarrati sopra il naufragio
la terraferma sarà allor rifugio.

Dimenticare il buio che improvviso
avvolse e fasciò tutta la nave
al suo ritorno ancor non era  giorno
e tante mani alzate eran protese

ad afferrare bimbi, qualche mamma,
anziani che hanno perso il lor sostegno,
tutti partiti in viaggio di piacere…
in tanti non han fatto più ritorno.

Sellia Marina, 23 Gennaio 2012