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mercoledì 23 settembre 2015
domenica 20 settembre 2015
PETALI DI GERANI
Petali di gerani paion seminati lungo il viale,
il vento li ha strappatie or giacciono a terra colorati,
come i tanti petali caduti
del gelsomino, delle rose, mescolato di bianco
e rosso è il viale del giardino.
Sopra quei petali, sopra l’erba molle
vorrei sdraiarmi ed ascoltare il vento
che lieve fa ondeggiar le grandi palme,
seguire il volo di tutte le farfalle
con variopinte ali sopra i fiori.
Anch’io se chiudo gli occhi so volare,
vedere mari azzurri, ciel sereni,
sentire ancora le tue dolci mani
e la voce sussurar teneramente
“che sarà mai se aspettiam domani”.
Apro gli occhi e solo petali ritrovo
e fra le dita qualche filo d’erba,
in alto, uno strepito volo di gabbiani
e il viale, un tappeto di petali gerani.
Sellia Marina, 3 Giugno 2011
sabato 19 settembre 2015
LA NOTTE DORME
Dorme la notte il suo silenzio arcano!
Cavalli scalpitanti come un tuono
son dileguati in nuvole di fumo.
Ascolta in questa pace che ti dono
l’armonia che pervade tutto il cielo,
un manto avrai di stelle per cuscino
coperta il mar che culla ogni
destino.
Dorme la notte e ascolta il tuo
respiro!
Il monte che s’ammanta di mistero
ha in vetta una croce che da lungi
il viaggio addita ad ogni piè
straniero.
Il fianco della luna ti ha mostrato
gonfio di sogni, logoro, strappato,
un velo che riluce quando splende
drappo di morte quando si distende.
Dorme la notte e mentre dorme, geme!
Sellia Marina, 9 Ottobre 2012
giovedì 17 settembre 2015
GIARDINO INCANTATO
Tra spighe dorate come il sole
si celano timidi e slanciati
azzurri come il cielo quando a maggio
l’aere sereno, color di pace spande,
martedì 15 settembre 2015
LA SINDONE
Scelse per te Giuseppe, il suo più bel
lenzuolo
t’avvolse dolcemente e con lacrime
lavò le tue ferite, baciò i fori
che avean trafitto le tue mani, Signore.
Tolse dal tuo capo la corona
a scherno posata sulla fronte
da chi “non sapea quel che facea”.
Il lino s’impregnò della tua forma,
il sangue si rapprese e conservò
nei secoli a venire la memoria:
resterà eterno come eterna è la Tua
storia!
Nata in quel dì a Betlemme
l’ira
che si macchiò del sangue d’innocenti
di chi commosso risuscitò l’amico
e di chi moltiplicò il pane e i pesci,
entrò mansueto a Gerusalemme e fu
tradito.
Questo e molto più racconta il Tuo
sudario
steso come la croce, rubato, ritrovato
e ormai sdrucito, Signore:
m’inginocchio e lo adoro, mio Creatore!
Sellia Marina, 27 Agosto 2014
( Concorso Letterario "Riflessioni sulla Sindone "Poesia pubblicata dall'Ass. SS. Sindone -Torino 2015)
domenica 13 settembre 2015
A3
Non è più la stessa quella strada,
alcune deviazioni son scomparse
cresciuti come funghi in gallerie i fari,
come dentro la pancia a un pesce grande
un falegname aspetta il suo pinocchio
e per passare il tempo intaglia il legno.
Così infinita appare questa volta
di luci che t'avvolge e all'improvviso
ecco, all'orizzonte, Sicilia,
adagiata proprio di fronte,
i monti l'incoronano di verde
il sol la bacia e l'accarezzan l'onde.
Sellia Marina, 15 Settembre 2012
In ricordo del Simposio sulle cellule staminali e del rinnovo cariche SIBeS
In ricordo del Simposio sulle cellule staminali e del rinnovo cariche SIBeS
sabato 12 settembre 2015
E PACE SEMPRE IL NOME TUO M'ISPIRA
Tanto comune eppure tanto breve
non trovo che vi sia nome più bello
che possa esser eguagliato al Tuo, Maria!
Corona di stelle sul tuo capo,
così T'hanno scolpita in mille forme,
mani aperte a donare o strette al cuore
che stringono le spade del dolore.
Regine l'han portato indegnamente
ma Tu con l'umiltà che Ti distingue
al tuo sovrano "Si" hai detto sempre.
Come vorrei con Te poter pregare
nel frastuono che intorno ci circonda
e come Te sapere perdonare
a chi chiede un poco di clemenza...
e lungo la via ha perso ogni speranza!
E pace sempre il nome Tuo m'ispira!
Dentro il cuore un petalo depone
asciuga il pianto, cancella ogni timore
sussurrando appena il labbro un nome, Maria,
fa che il domani sia migliore e Cosi sia!
( A M. Maria Immacolata )
venerdì 11 settembre 2015
E...RESTIAMO MUTI
Sembravano immuni i giganti.
Svettavan nel cielo ed in cima
la morte li colse per prima.
Tra schegge di vetri divelti
si scorgono visi imploranti
piegati al torto metallo infuocato.
Occhi sbarrati e mani protese
a cercare un appiglio che sfugge
improvviso scomparso.
Ogni muro si scioglie
e c’è ancora chi chiama e chi rassicura
piangendo, stiam bene, aspettiamo soccorsi.
Ma come la sabbia che vola
alzata da un vento impetuoso
che tutto trasforma e s’acquieta
sol quando la furia è cessata,
così dei giganti è rimasto
sol polvere, cenere, pianto.
E l’eco d’un grande rimpianto
ora avvolge i giganti caduti.
Nessuna parola consola e restiamo muti!
Sellia Marina, 9 Settembre 2011