" Ombriano si chiama il paese dove sono nata ed è bello, ricco di semplicità e di poesia, gli alberi davanti alla mia casa sono sempre un po' spogli e nelle sere buie d'inverno disegnano strane ombre per terra alla tenue luce delle lampadine..." Avevo iniziato così, a scrivere la mia storia tanti anni fa, oggi so che Ombriano è molto cambiato...è tutto nuovo..i nuovi mezzi d'informazione mi consentono di guardare l'evolversi e la crescita del mio paese..ma il mio ricordo è legato ad una fredda e nebbiosa mattina di novembre del 1954, quando tornate dalla prima messa delle sei, trovammo il camion già pronto e partimmo per Varese dove i miei fratelli avevano trovato lavoro in una tipografia.
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L'interno del cortile e fra quelle bimbe con i nastri bianchi ci sono anch'io... quella in mezzo a sinistra |
"L'acqua rossa" ( il ponticello collegava la Villa Magnani). Sono riuscita a trovare una immagine anch'essa legata alla mia infanzia ed è quella "dell'Acqua rossa" così chiamata perchè durante la guerra ci buttavano i soldati morti ma io rossa non l'ho mai vista anche se spesso ho accompagnato mia madre a lavare. L'acqua era molto profonda, almeno nei miei ricordi ma non doveva essere così se in estate ci entravamo quando era tutta asciutta. Non si vedeva il fondo ma dal lato della strada c'erano incementate delle lastre di marmo sulle quale si inginocchiavano le donne a lavare i panni, specialmente le lenzuola e...cantavano le mamme mentre strofinavano il sapone e sembrava che quelle vaschette di alluminio con i panni non si svuotassero mai. Il Torrente circondava la grande villa "Magnani ", sempre chiusa e dal piccolo ponte che l'univa alla strada ogni tanto attraversavamo per spiare dentro...I proprietari venivano solo in estate una volta all'anno ed era forse la loro, l'unica automobile, insieme a quella del parroco che io abbia mai vista a Ombriano...si girava il paese in bicicletta. A proposito del parroco, mi ricordo due cose: il vecchio parroco si chiamava di cognome Cazzamali ed era un tipo molto severo e sempre arrabbiato, almeno così ci sembrava; accanto alla casa parrocchiale c'era un grande fico..tutti andavano a rubarglieli e lui si arrabbiava tantissimo...era tremendo un tipo tutto il contrario di Don Abbondio, quando morì arrivò un parroco da Ripalta Arpina, piccoletto, rubicondo e sempre allegro. Mio padre " Presidente per il ricevimento del novello parroco di Ombriano", preparò una lettera di benvenuto da leggere che qui posto perché l'ho conservata e plastificata in modo che l'umidità e l'inchiostro non la rovinassero nel tempo..questa lettera in pratica ha, al momento, 61' anni ( visto che io ne ho fatti già 67…gulp? ( Veramente quest'anno ne compirò 69, dato che ho lasciato….a dormire il blog...)
Andarono quindi ( il Comitato ), in processione a ricevere il parroco; a me, che avevo da poco fatto la prima comunione e avevo ancora il vestito bianco, mi misero in piedi sulla finestra al primo piano per buttare i fiori al passaggio della macchina. Ora però viene il bello: io avevo passato tutta la mattinata insieme credo a qualche mia sorella, a tagliare petali di fiori e ad un certo punto quando mia madre cercò le forbici..non si trovarono più. In piedi sulla finestra e ben tenuta stretta dalla mia madrina e da mia madre, incominciai a buttare i fiori all'arrivo del parroco e...il caso volle che insieme ai fiori cadessero anche le famigerate e scomparse forbici con un gran tintinnio sulla carrozzeria ( per fortuna!), Don Giovannino sollevò la testa per esclamare "come benvenuto non c'è male", ma rideva, l'ho detto era un bonaccione e neanche mia madre mi picchiò...forse era contenta di aver ritrovato le forbici. Portò grandi novità il nuovo parroco ma ricordo soprattutto che, siccome avevo una bella voce mi faceva intonare il Gloria e la voce si sentiva per tutta la via Chiesa perché sul campanile c'erano gli altoparlanti che si usavano per le feste principali. Nel mese di Maggio, ogni cortile preparava un altare e la sera si diceva il rosario...praticamente si partiva dalla chiesa e prendendo a destra ( non mi ricordo la via, devo chiederlo alle mie sorelle più grandi, magari alla Terry), si compiva una specie di U, perchè così all'epoca era disposto Ombriano, si risaliva dalla Via Chiesa, la mia e si ritornava alla chiesa.....tranne mia zia Tecla..lei si portava dietro la sedia e si sedeva mentre tutti stavano in ginocchio a dire il Rosario...Mia zia Tecla, era una grande ...zitellona, oggi si chiamano single, faceva da perpetua a mio zio Don Stefano e siccome doveva stare sempre in giro a fare appunto la perpetua...copriva i pochi mobili di casa con fogli di giornali e ogni settimana li cambiava, così non doveva spolverare....mitica..sempre in bicicletta fino a 74 anni...dalla mattina alla sera.
In casa con noi abitava il nonno Agostino, quasi cieco e una volta alla settimana lo accompagnavamo a turno dal barbiere, mi ricordo che si fermava per comprare una bottiglietta di tamarindo che durava tutta una settimana e, quando era la stagione, un loto che divideva equamente...ora io non so come si possa dividere un loto in....11 fette ...ma lui ci riusciva...e quante angurie in estate..passava il camion o forse era un carro e mamma prendeva la più grande, erano verde oliva, rotonde e così grandi non ne ho più viste..la mettevamo in un secchio con l'acqua per rinfrescarla e a mezzogiorno si tagliava sulla "basgiola", che poi sarebbe una teglia grande molto bassa, rotonda sulla quale si rovesciava in genere, la polenta ( ma anche a chi aveva un mento sporgente dicevamo che aveva una bella "basgiola"). Papà era così bravo a tagliare l'anguria che riuscivano tutti a mangiarne due fette, col pane, e a far restare un torsolo grande e rosa che veniva distribuito equamente a tutti..se ci penso sento ancora la dolcezza di quelle angurie. I miei genitori erano molto religiosi, quindi ogni sera il rosario in ginocchio...com'era duro il pavimento ma si pregava così...volentieri e a dire la verità Ombriano tutto era molto religioso...c'era solo uno che bestemmiava..ma perché era sempre ubriaco...e subito si ripeteva una giaculatoria come riparazione. C'erano a quel tempo le suore canossiane che tenevano l'oratorio delle ragazze ( i maschi avevano il loro) e la domenica si andava sempre a giocare sull'altalena, poi si andava in chiesa per i vespri e c'era la madre Piera che, se appena ti voltavi, ti rifilava certi pizzicotti....io ero sempre vicina alla madre Lisa..ricamava e le dicevo sempre che " io mi faccio suora perché vedo che mia madre con tanti figli tribula molto"...io ci ho provato anche più grande a farmi suora ma..i miei sono venuti a riprendermi credendomi infelice...ma non era vero..stavo benissimo in quella casa dove c'erano i figli di ragazze madri che ogni domenica venivano a trovarli, ma questa è una storia che, se mi ricordo ve la racconterò più avanti ma per tornare alle suore, c'era la madre superiora, piccola, rotondetta e tanto buona, Madre Petronilla mi pare si chiamasse, che ci aiutava molto perché in casa lavorava solo papà e sfamare undici bocche non è facile ..per questo lei ci dava montagne di formaggio, quello giallo degli americani e tante merendine di marmellata.....Ora non ci sono più nemmeno loro, non so a che cosa sia adibito l'oratorio...Un altro bel ricordo è quello della mia prima Comunione, anche se mi sono sempre lamentata che il mio vestito non era nuovo come quello di mia sorella Rosa a lei la madrina, Lidia, figlia di Maria (magnana) lo aveva comprato nuovo, a me, ricordo, avevano regalato un paio di orecchini d'oro...due piccole palline rotonde che mi misero a Crema usando una pistola con un tappo di sughero dietro...non mi ha fatto male e ricordo che ci andammo in bicicletta perché al manubrio si poteva mettere il seggiolino, li ho sempre portati fino a quando sono stata grande, ce li ho ancora..ben conservati. Non posso certo lasciare Ombriano senza parlare di S. Lucia e delle Colonie dove ogni anno mi mandavano. Per quanto riguarda S.Lucia è quella che porta i doni ai bambini buoni ( non Gesù Bambino) e per l'asinello di S. Lucia si andava a raccogliere un mazzetto di spighe quando finiva la mietitura e si legava alla finestra la sera del 12 Dicembre così eravamo sicuri che i doni sarebbero arriavati...io però ricordo solo una cartella di legno che mi portò mio zio Giuseppe ( il gemello di mamma), ma da Milano e un grande vassoio pieno di dolci al rosolio che due nostre vicine ( Giovannina e Gaetana..single anche loro ), ci regalarono una volta. Anche all'asilo ( si lo so che ora si chiama Scuola dell'Infanzia), le madri canossiane ci festeggiavano S.Lucia.. ( e ci insegnavano già a leggere e scrivere); una volta la superiora si mise un velo azzurro, noi occhi chiusi sul banco non dovevamo vedere chi ci aveva lasciato sul banco un pugno di caramelline zuccherate di tanti colori....ma siccome sono stata sempre curiosa di vedere, ho alzato la testa e la Madre Piera mi rifilò uno dei suoi soliti pizzicotti per punizione…..La colonia si, dovete sapere che papà oltre a passare le serate nella sede della Democrazia Cristiana e tornare a casa con dei registroni grossi così per ..scrivere...scrivere..ma quanto scriveva?...dicevo papà Michele detto "il buna", ossia il buono e lo era davvero, lavorava a quel tempo al linificio e ogni anno ai figli dei dipendenti veniva offerto un mese in colonia..mi ricordo che sono stata vicino al Monte Bondone, a Grossotto ( che non so dove sia) e a Igea Marina ( profetico quel posto poi vi dirò perché ) e l'ultima volta in colonia aLaveno sul Lago Maggiore, ma li non centrava più il linificio ( avevo fatto un'altra broncopolmonite e siccome la streptomicina non era in commercio ce la passava la Questura..mamma è sempre stata grande e poi mi hanno mandato un mese in colonia ).
Dovevo avere una fantasia molto...fervida fin da piccola se sono stata capace di far credere alle compagnette di 7 anni che dietro il cespuglio avevo visto un uomo con la testa di mucca...e ci hanno creduto davvero...A Igea Marina è stato un disastro perché avevo appena fatto una broncopolmonite e il mare non era proprio il posto giusto, compreso il fatto che due assistenti che mi accompagnavano fino alle corde non si sono nemmeno accorti che loro erano più...alti e io ero già...sott'acqua....casi della vita....però ragazze che bellezza...ogni volta che si tornava dalla Colonia la mamma ci faceva trovare la "burtulina", ossia una torta con l'uva che continuo a fare anche oggi con l'uva nera del mio giardino proprio con la ricetta della mamma. La bella facciata della chiesa di Ombriano e il suo svettante campanile sormontato dalla statua dell'Assunta...sul braccio alzato della Madonna una volta andò a
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Forse a Trento, Monte Bondone, io in piedi con quel ridicolo cappello bianco |
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpz7zri67Ult10lrL91E60Vyr9AQe4QBMuZLaipsA2C-m7k0cCAxwOZ8RQbo-XP5WCr5nfuoel57sTRLtlh7ejxGYgH80O0EsaJhlo1csmh__AWfVgR5LfI8PO0q78Y0FKa_cgjMEy5gA/s200/I+Mort+3Bocche.jpg)
Tu dalla guglia aerea
del nostro campanile
dove la sacra immagine,
con deità gentile
si slancia a vol per l'etere
cinta d'azzurro e d'or
proteggi o Santa Vergine
di nostra terra il suol.
Travolti dall'acque di sangue già rosse
in questa pia terra riposo e preghiera
trovaron quei corpi che immane bufera
di sangue cruento si baldi stroncò.
Qual grido s'eleva dall'umile fosse
è il grido dei morti di tutte le terre
la pace ai morti di tutte le guerre
coloro che Cristo fratelli chiamò
( e si ripeteva il ritornello "Tu dalla guglia aerea")
Altre belle ricorrenze religiose venivano ricordate con solennità..per l'avvicinarsi della Pasqua ogni cortile preparava una stazione della Via Crucis: in Via Chiesa al numero 23, un anno toccò Gesù in croce, mio fratello Natale fece il buon ladrone, non so chi fossero gli altri ma in casa spesso raccontavano questo episodio e sempre in merito alla Pasqua, cari amici una volta i Parroci venivano a benedire le case e per l'occasione si facevano bollire le uova, tante quanti erano i componenti della famiglia, così alla benedizione della casa anche le uova messe sul tavolo con in cima una foglia d'ulivo, venivano benedette. La mattina di Pasqua, ognuno prendeva il suo uovo, sotto nel cortile c'era una stufa accesa per tutti e mentre si mangiava l'uovo, si buttava la foglia d'olivo a bruciare recitando tre Gloria. Non so se sia ancora in uso, mamma per molti anni anche a Varese ha mantenuto questa usanza e credo l'abbia persa quando tutti grandi oramai ad uno ad uno siamo…volati via. E non posso certo lasciare Ombriano senza risolvere il "mistero" del mio...nome..già, perchè le pagelle le guardavano la mamma e il papà, fino alla quarta elementare io non ho mai saputo di averne un altro...Dovete sapere che era d'uso ad Ombriano che al fonte battesimale, un nome lo davano i genitori e uno la madrina..-alla mia buona madrina che si è fatta suora ma che è scomparsa giovane, era appena morto il padre che si chiamava appunto Onesto Dossena, abitavano accanto a noi, e allora mi battezzarono...Onesta Caterina...ma io Caterina non l'ho mai conosciuta fino a quando arrivata a Varese, la buona maestra Alma Daverio iniziò a chiamarmi Caterina ..io non alzavo neppure la testa pensando che chiamasse un'altra..poi si sa a tutto ci si abitua, tranne mio padre...ci ha messo molto ad abituarsi e anch'io credo, così come sono certa che al mio paese se qualcuno chiede della mia famiglia o di me, si ricorderanno solo di Onesta quel "virdaram "( verderame), perchè avevo un colorito pallido, la figlia di Michele e di Ciarina ( Chiara )..e poi..incomincia un'altra storia…..
ONESTA
Mattina di Novembre, fredda è l'aria e l'ora presta
la nebbia copre ovunque la contrada
conti i passi, deserta ancor la strada
ma la campana dell'Assunta chiama,
adagio, quasi a non svegliar chi dorme.
Cammino dal tuo braccio trascinata, lesta,
tanti ci han salutato, finita è già la Messa
e il mezzo è pronto con i pochi averi e noi
sotto il telo con essi per cercare
di vedere nel viaggio un po' di cielo
quel giorno che ho lasciato Ombriano.
Ventisei novembre, tutto grigio intorno
troveremo all'arrivo forse il sole...
ma a te che vai, viaggiatore o pellegrino
puoi chiedere di Onesta, lì è rimasto il cuore.
(E qui devo mettere una piccola nota: tramite facebook un giorno trovo scritto sulla mia pagina " Sei tu Onesta quella che abitava in Via Chiesa 23, figlia di Michele e di Chiara?" Amici queste si che sono cose da ricordare: dopo 60'anni, un amico Tino Arpini mi…rintraccia su facebook. Tino aveva solo un anno quando sono partita quindi non poteva ricordarsi di me, ma sua sorella Mariuccia che ha la mia età e alla quale ho sempre invidiato i bellissimi capelli lunghi, neri e a boccoli e suo fratello Marcantonio, si che si ricordavano e da allora sono sempre in comunicazione con loro. Sentire che si ricordano dei miei genitori e di tutta la mia famiglia, postarmi le foto di come è cambiato il cortile, la mia casa (ex), le famiglie che vi abitavano, il paese…davvero come si suole dire "Non ha prezzo" Così si è rinnovata e rinsaldata un'amicizia che sta continuando e che si è allargata anche a tanti altri amici del mio paese. Non è meraviglioso miei cari riallacciare i rapporti con tutto un periodo dell'infanzia che è sempre presente nella memoria…il tempo non cancella i ricordi, i legami che erano così stretti fra le famiglie in tutto il cortile, l'aiuto reciproco…quante cose cari amici…altri tempi certamente ma come ho già scritto, il tempo non cancella i ricordi e quelli che ti mancano gli amici ti aiutano a ritrovarli. Novembre 2014 ).
E così tornai a lavorare ma prima con la scusa di farmi fare "esperienze" diverse, la mamma mi mandò a fare la Vigilatrice in Colonia ad Igea Marina, conosceva la Direttrice del C.I.F. di Varese e benchè non ne avessi l'età, perchè occorreva essere maggiorenni, mi presero comunque. I colleghi e le colleghe erano tutti insegnanti e svolgevano questo compito in estate per racimolare uno 0,05 punti ( tanto veniva valutato un mese di servizio per loro ) per la graduatoria degli incarichi e supplenze.
Vi avevo già detto che Igea Marina è stata...fatidica perché è proprio lì che mi vide per la prima volta quello che diventò il mio caro marito e mi risulta che il primo apprezzamento fu " perché non si butta quella stupida", riferendosi al fatto che stavo sgridando alcuni bambini che evidentemente facevano capricci. Lui invece era venuto ha trovare sua sorella Rosalba con un'altra sorella, Maria, la più grande, tutte insegnanti come lui e Rosalba era con me in veste di vigilatrice. Direi che come primo apprezzamento non era male che dite? Ma il caso volle che il giorno del rientro Rosalba avesse una febbre da cavallo e l'accompagnai a casa sua, a Gallarate e il ritorno a casa mia a San Fermo lo feci proprio sulla mitica Vespa. Per farla breve, mi colpì per la strada l'essersi fermato per darmi un foulard tolto dal bauletto del mezzo perché il vento scompigliava i miei capelli ed ancor più quando giunti a casa mia non trovai nessuno ad aspettarmi, ma non si scompose, mi accompagnò prima da una mia sorella in Via Marzorati, sorella Agnese che non trovai e nuovamente a San Fermo. Dentro di me pensavo che a quell'ora i miei fratelli o parenti mi avrebbero ...depositato alla porta e tanti saluti a casa ma lui continuò ad aspettare fino a quando non arrivò mia madre, solo allora se ne andò.Non dimentico che durante la salita verso San Fermo, ironizzò un poco "..Posso stare tranquillo che non uscirà qualche fidanzato con qualche arma?", Negai ovviamente e per convincerlo gli assicurai "Non c'è pericolo, io ho intenzione di farmi suora". Fece una...grossa e direi grassa risata e mi rispose " Scommetto che entro un anno sarà in giro con un fidanzato e su una moto?". Continuai a negare e non capii nemmeno la sua allusione...parlava di sé e della sua vespa ma io ero in quel senso un po'...tarda a capire, inoltre, in quel girovagare da San Fermo alla Brunella, gli avevo mostrato il mio posto di lavoro al Maglificio Cervi: per lui equivaleva ad un appuntamento tant'è che il sabato successivo uscendo dal lavoro alle cinque era lì con moto e sorella Rosalba per ringraziarmi. Di che cosa? Era ovviamente una scusa e la domenica successiva ancora tornò con Rosalba che si premurò d'informarmi che lui era fidanzato, che la ragazza stava per arrivare dalla Sicilia, che dopo sette anni si pensava al matrimonio...etc. etc. ma a quel punto ero già innamorata di lui e in casa fu tempesta per parecchio tempo..." ..Come fa a piacerti quel terrone lì...non vedi come è brutto?...E' vecchio per te...Prima volevi farti suora e adesso vuoi fidanzarti con un terrone che ha quasi 12'anni più di te..." Etc...etc....La " ruggine" con i terroni aveva origine dal fatto che per molti anni mamma aveva fatto la domanda per le case popolari e benchè noi fossimo tanti, sette figli non bastavano, all'ultimo arrivava prima una famiglia meridionale che ne aveva otto e ce la soffiava, inoltre, trasmettevano in quegli anni Mastro Don Gesualdo, ancora in bianco e nero e mio padre era convinto che la Sicilia fosse ancora come presentata nel film. Ovviamente questa animosità cessò presto e mio marito fu sempre il genero preferito da mia madre e da mio padre perchè sempre disponibile a portarlo dove voleva, a discutere con lui di Dante e di Manzoni che conosceva (solo che papà non amava Dante perché aveva messo i Papi all'Inferno), lui era fatto così e anche i miei erano fatti così. Tornai a Ombriano e a Crema nel 1965 per portare i confetti alle zie Riboli e naturalmente, agli amici di Via Chiesa e ai parenti., quelli rimasti, a Bagnolo Cremasco, paese di mamma.
Vi avevo già detto che Igea Marina è stata...fatidica perché è proprio lì che mi vide per la prima volta quello che diventò il mio caro marito e mi risulta che il primo apprezzamento fu " perché non si butta quella stupida", riferendosi al fatto che stavo sgridando alcuni bambini che evidentemente facevano capricci. Lui invece era venuto ha trovare sua sorella Rosalba con un'altra sorella, Maria, la più grande, tutte insegnanti come lui e Rosalba era con me in veste di vigilatrice. Direi che come primo apprezzamento non era male che dite? Ma il caso volle che il giorno del rientro Rosalba avesse una febbre da cavallo e l'accompagnai a casa sua, a Gallarate e il ritorno a casa mia a San Fermo lo feci proprio sulla mitica Vespa. Per farla breve, mi colpì per la strada l'essersi fermato per darmi un foulard tolto dal bauletto del mezzo perché il vento scompigliava i miei capelli ed ancor più quando giunti a casa mia non trovai nessuno ad aspettarmi, ma non si scompose, mi accompagnò prima da una mia sorella in Via Marzorati, sorella Agnese che non trovai e nuovamente a San Fermo. Dentro di me pensavo che a quell'ora i miei fratelli o parenti mi avrebbero ...depositato alla porta e tanti saluti a casa ma lui continuò ad aspettare fino a quando non arrivò mia madre, solo allora se ne andò.Non dimentico che durante la salita verso San Fermo, ironizzò un poco "..Posso stare tranquillo che non uscirà qualche fidanzato con qualche arma?", Negai ovviamente e per convincerlo gli assicurai "Non c'è pericolo, io ho intenzione di farmi suora". Fece una...grossa e direi grassa risata e mi rispose " Scommetto che entro un anno sarà in giro con un fidanzato e su una moto?". Continuai a negare e non capii nemmeno la sua allusione...parlava di sé e della sua vespa ma io ero in quel senso un po'...tarda a capire, inoltre, in quel girovagare da San Fermo alla Brunella, gli avevo mostrato il mio posto di lavoro al Maglificio Cervi: per lui equivaleva ad un appuntamento tant'è che il sabato successivo uscendo dal lavoro alle cinque era lì con moto e sorella Rosalba per ringraziarmi. Di che cosa? Era ovviamente una scusa e la domenica successiva ancora tornò con Rosalba che si premurò d'informarmi che lui era fidanzato, che la ragazza stava per arrivare dalla Sicilia, che dopo sette anni si pensava al matrimonio...etc. etc. ma a quel punto ero già innamorata di lui e in casa fu tempesta per parecchio tempo..." ..Come fa a piacerti quel terrone lì...non vedi come è brutto?...E' vecchio per te...Prima volevi farti suora e adesso vuoi fidanzarti con un terrone che ha quasi 12'anni più di te..." Etc...etc....La " ruggine" con i terroni aveva origine dal fatto che per molti anni mamma aveva fatto la domanda per le case popolari e benchè noi fossimo tanti, sette figli non bastavano, all'ultimo arrivava prima una famiglia meridionale che ne aveva otto e ce la soffiava, inoltre, trasmettevano in quegli anni Mastro Don Gesualdo, ancora in bianco e nero e mio padre era convinto che la Sicilia fosse ancora come presentata nel film. Ovviamente questa animosità cessò presto e mio marito fu sempre il genero preferito da mia madre e da mio padre perchè sempre disponibile a portarlo dove voleva, a discutere con lui di Dante e di Manzoni che conosceva (solo che papà non amava Dante perché aveva messo i Papi all'Inferno), lui era fatto così e anche i miei erano fatti così. Tornai a Ombriano e a Crema nel 1965 per portare i confetti alle zie Riboli e naturalmente, agli amici di Via Chiesa e ai parenti., quelli rimasti, a Bagnolo Cremasco, paese di mamma.
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4 Settembre 1965 |
E' meraviglioso potersi sentire legati, oltre che a una splendida famiglia, anche a una terra, un paese d'origine. Le radici costituiscono una parte fondamentale del vissuto di ognuno. Un racconto personale scritto in modo fluido e carico di emozione.
RispondiEliminaGrazie Flox per la tua attenzione...ho appena....incominciato...ho tanti meravigliosi ricordi... perché quelli dell'infanzia sono così...importanti.ma continuerò....
RispondiEliminaCHE BEI RICORDI CATERINA.
RispondiEliminaE ho ancora tante cose da raccontare cara Angelina..a poco a poco spero di...farcela..una vita è..lunga per quanto cerchi di....sintetizzarla con un briciolo di...ironia
RispondiEliminaSono ombrianese e vivo ancora qui. E' molto bello sapere che questo paese senza pretese ha dato i natali ad una persona così "ricca".
RispondiEliminaMio caro Anonimo amico, ti ringrazio per la visita...Ombriano è sempre nel mio cuore..come dire.."...come più m'avvicino all'altra sponda...."i ricordi si fanno sempre più ...pungenti...forse per la fanciullezza che non c'è più..forse per i tanti amici e parenti scomparsi...l'ultima volta che ci sono stata ...in occasione del mio matrimonio...quando ho portato i confetti..quindi..48 anni fa..ma io abito lontana da un pezzo mentre le mie sorelle più fortunate ogni anno vengono..per il cimitero o per i..tortelli di Crema che mamma ci faceva sempre per ferragosto....che nostalgia...Ma anche loro adesso sono grandi e non sempre il tempo concede di viaggiare e venire quando lo desiderano...Credo che siamo stati in pochi a partire da Ombriano e non credo che qualcuno abbia scordato mio padre Michele.. se conosci qualcuno dei miei parenti...fammelo sapere..un abbraccio e grazie per la tua visita
RispondiEliminaIo ero tua compagna alle elementari di Casbeno e ricordo con affetto te e la tua splendida famiglia ti invidiavo un po' perché avevi tante sorelle: Agnese, la più grande e la più bella, Teresa sempre gentile e disponibile e Speranza minore di poco di noi e, sì un po' rompiscatole poi la piccola e dolce Mariapaola, io invece non avevo sorelle sì anch'io due fratelli maggiori che mi volevano bene ma pensavo che avere tante sorelle fosse una fortuna!
RispondiEliminaCara Alice, non sai con quanta gioia ho letto i il tuo messaggio su facebook prima e ora qui in questo angolo che ho creato per me e per gli amici che vogliono visitarlo, è un po' come ritrovare le proprie radici che non abbiamo mai tagliato né si vuole farlo…la memoria di quello che siamo state è quanto ci rimane di un periodo, quello scolastico, che non si può dimenticare. Noi eravamo in sette come sai, ora i miei fratelli non ci sono più…quella che chiami Speranza è mia sorella Rosa che ha due anni meno di me..ma è con la più grande, Agnese che ci sentiamo più frequentemente…..le ho già detto stamattina di te per telefono…A risentirci carissima e grazie per questa visita…torna quando vuoi
RispondiEliminaBrava, Caterina , che ami mettere per iscritto i tuoi ricordi e le tue emozioni! Sto leggendo le tue poesie e sì i premi che hai ricevuto sono davvero meritati! Continua a farlo , leggerti rasserena!
RispondiEliminaGrazie Alice, spero di poter tornare per una visita a Varese, così potremo dopo tanti anni incontrarci. Grazie anche del ricordo della mia famiglia
Eliminabellissimi e molto sentiti questi ricordi. Pare di riviverli anche se non si è mai stati in questi luoghi...
EliminaGrazie cara Gisella per questa tua visita....e per l'apprezzamnto a questa pagina che mi è molto cara e che devo...continuare.....
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