COME INCENSO SULL’ALTARE
A Lea Garofalo vittima
della mafia
Sassi
trascinati come lievi foglie
l’un
dietro l’altro s’inseguono
discesa
infinita che si snoda,
scavalcan
l’erba, così la vita,
corsa
che perenne insegui e fugge,
sabbia
che mai riempie la clessidra
grano
che lascia vuoto ogni covone
un
mucchio al solleone dove brucia,
che
punge, arrosto crudo in ogni forno
non
c’è pane per sfamare un morto,
sfrigola
l’aglio dentro un poco d’olio
rotola,
brucia e poi lo getti via
come
i sassi che rotolan per via…
La
vita così s’è consumata
tra
fughe, lacrime, sorrisi ben celati
testimone
d’un tempo ch’è corroso
da
infedeltà e conformismi atroci
non
ha avuto per te nemmen pietà,
e
tra le zolle brulle e desolate
strappata
alla tua casa con l’inganno
t’accolse
la terra, abbandonata alla furia omicida
che
s’accanì sulle tue carni
bruciate
come incenso sull’altare…
Ma
la memoria, Lea, non può scordare
la
tua fierezza, i principi, la difesa dell’onore
testimoniato
fino al sacrificio,
esempio
per noi tutti che aneliamo
ancora
pace per questa terra colma di sventure.
Sellia Marina, 5 Dicembre 2018
I Classificata "Uniti per la legalità", Melito di Napoli, 30 Marzo 2019
Sempre poche forse le iniziative per affermare i valori della legalità e per fare memoria di quegli uomini e donne del nostro tempo che hanno saputo offrire la propria vita come incenso sull’altare nel nome della libertà umana. Anche l’arte non ha mai mancato di combattere per la dignità umana in prima fila e nelle sue molteplici espressioni. Così questa lirica che sgorga dal cuore della Tagliani è un invito per i suoi lettori a credere ancora che la pace per una terra colma di sventure come la nostra è possibile. Questa possibilità viene contemplata attraverso la figura di Lea, tratteggiata come donna nuova in un tempo ch’è corroso da infedeltà e conformismi atroci. Da donna a donna, la Tagliani contempla Lea come una combattente, capace di trascinare sassi come lievi foglie, come chi insegue la vita, una corsa perenne che per lei s’arresta tra le zolle brulle e desolate di una terra, che è ben lungi dall’essere una terra in senso fisico, ma la terra di quel cuore che non sa aprirsi alla vita che preferisce strozzare. I versi si susseguono rapidi come se si muovessero nelle pieghe dell’anima di Lea, dei suoi sogni, delle sue speranze e dipingono alcune immagini forti che esprimono il consumarsi di un sacrificio che si carica di sacro che pervade tutta la lirica perché la testimonianza di Lea può essere rivestita solo di sacralità. La Tagliani, attraverso un lessico ricercato che a tratti stride nella durezza dei suoni quasi come a voler urlare l’ingiustizia, canta Lea Garofalo come la testimone della verità che non ha taciuto, che ha amato fino al martirio. Non ci resta che lasciarci avvolgere dall’incenso sull’altare…profumo d’amore e di memoria.
Dott. Maria Spagnuolo
Nessun commento:
Posta un commento
Se la mia poesia ti piace, commentala, se non ti piace…ignorala