Oświęcim
Quante lacrime sono rimaste
dietro le palpebre chiuse,
sospese tra ciglia e gote scavate
da lunghi e provati digiuni.
Quanti corpi lasciati all’addiaccio
alla candida neve pietosa
che avvolse le colpe dell’uomo.
E quell’uomo non chiese perdono!
Quanto fumo salì fra le nubi
ricoprendo uno strato di cielo
e il cielo di
Oświęcim fu nero
nero come la
pece, nero come l’inchiostro
Di chi scrisse la storia per noi,
perché resti
nella memoria
e non abbia a
ripetersi mai
l’orrore che ancor
suscita in noi.
Sellia Marina 27 Gennaio 2011
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