venerdì 7 febbraio 2025

PACE AI TUOI GINOCCHI

Sulle ginocchia madre
appoggerò il mio capo,
sentirò la tua mano                                                              

sfiorare i miei capelli
pettinarli con le dita
e sciogliere con loro

anche il nodo della gola.
Ascolterò la tua voce                                                            
che una nenia mi canta

piano, con voce lenta
che quasi mi addormenta.
Che pace ai tuoi ginocchi!

Ascoltare e non sentire
ma è stato solo un sogno…
vorrei, e non puoi tornare 

Sellia Marina, 2 Gennaio 2012

Premiata con Attestato di Merito e inserita nel Calendario d'Arte e Poesia  2017 dell'Accademia dei Bronzi- Motivazione della Commissione:
Io ti scrivo madre, perché tu mi possa ascoltare...questo è il messaggio intenso, straordinario che la poetessa vuole dedicare alla propria mamma. "Pace ai tuoi ginocchi" è una poesia d'amore, un amore grande che lega in modo indissolubile, che non si scioglie. L'immagine di una bimba che appoggia il capo sulle ginocchia della mamma, è bellezza ed emozione che non si dimentica, è gentilezza dei modi in un tempo che affretta i gesti, che non permette di soffermarsi...Ascoltare la voce è come una ninna nanna che concilia il sonno di una bimba...Non si scorda la voce di una madre, si può solo pensare che "lei" sia ancora lì a guardare quel capo chino, nel silenzio di un giorno passato, nel desiderio che strazia perché il ritorno non può avvenire. (Dott. Maria Concetta Giorgi )


Rivista Santa Maria del Bosco: Aggiungo che le immagini, esplicitate nei versi dell'amica Caterina, hanno una loro precisa identità, un'asciuttezza espressiva come uscito dallo scrigno del cuore, per mostrare una capacità d'amare viva, gioiosa, partecipativa. E' poesia-amore!. L'amore, nella sua essenza più vitale e più pura è il filo conduttore tra l'ieri e l'oggi in un sogno che non può e non deve svanire. La madre è amore.
(Prof.Mimmo Stirparo)



mercoledì 5 febbraio 2025

Come Nassirya


Silenzio quando cessano gli spari,
cingoli sulla sabbia con le ruote
lancian granelli, graffiano la gola,
arsura, non di sete ma  di paura.

Come serpi han strisciato fra le dune
sole cocente, veleno di scorpione,
Shamal spira  e  tempesta crea
mura di sabbia ove non vedi niente

nei silenti deserti dell’Oriente.

Lingue di fuoco sprigionano faville
cadon le  teste,  non sono dei potenti,
è sangue di vittime innocenti,
come a Parigi, Dacca, Nassiyria.

Quante promesse sterili, bugiarde
restan sepolte qui, come memorie
che l’uomo crede perenni ma volan via
travolte  son dall’odio e da follia.

Sellia Marina, 6 Luglio 2016
( " Kate delle orchidee...)

martedì 4 febbraio 2025

CADE


                                                
Cade
questa pioggia sottile sul selciato,                                                             
con un ritmo
or grave or lento sul prato.                                               
Cade,                                                     
sui petali delle rose,                             
sulle foglie dei tigli,
sul platano ombroso
precossa da un lampo
e  da un tuono.
Cade,
con gocce insistenti come pietre
lanciate nell’acqua
e s’allargano cerchi più ampi
ove piccola onda s’infrange.
E non sai
s’è la pioggia che cade
o  lacrime
che scivolan  piano alle labbra.
E sorridi a quel dolce sapore...
S’annuncia già il sole!                                                          

Varese, 14 Giugno 2010
(  Da "Giacinti" Pubblicata in "I Poeti Contemporanei" N.127)


martedì 28 gennaio 2025

Scarpette Rosse



Saliva un fumo nero dal camino
si dipanava fra le nubi e il cielo
e Oswiecim avvolse di mistero.

Calò il sipario e accese la memoria
di chi lasciò nei forni la sua storia
corpi all’addiaccio a bruciare nudi

Spogliata umanità sempre in cammino
alla ricerca di nuova identità,
 in campi sterminati ha avuto asilo
dettato sol dall’odio e avidità.

Quante “scarpette rosse” consumate
dal lungo camminare fra la neve
ora sono sepolte insieme a quelle
che in grandi mucchi son gettate

E senza quelle v’accolse il cielo azzurro
perché lassù ove adesso tutti siete
non vi servono più per camminare

ma solo ali avete per volare
 perché la memoria
di chi lasciò nei forni la sua storia
 mai si potrà né dovrà cancellare.

Premio della Critica al Concorso Shoah,  

Sea Marina, 27 Gennaio 2014



domenica 26 gennaio 2025

Oswiecim

 


Oświęcim

Quante lacrime sono rimaste 

dietro le palpebre chiuse,

sospese tra ciglia  e gote scavate

da lunghi e provati digiuni.

 

Quanti corpi lasciati all’addiaccio

alla candida neve pietosa

che avvolse le colpe dell’uomo.

E quell’uomo non chiese perdono!

 

Quanto fumo salì fra le nubi

ricoprendo uno strato di cielo

e il cielo di  Oświęcim fu nero

nero come la pece, nero come l’inchiostro

 

Di  chi scrisse la storia per noi,

perché resti nella memoria

e non abbia a ripetersi mai

l’orrore che ancor suscita in noi.

Sellia Marina 27 Gennaio 2011             







CATANZARO INFORMA- 26 DICEMBRE 2020

 

CATANZARO INFORMA 26 Dicembre 2020

CATANZARO INFORMA 26 Dicembre 2020

Per la IX edizione – praticamente da quando è cominciato – è stata premiata con una targa d’onore in occasione del premio Alda Merini, il concorso di poesia promosso dall’Accademia dei Bronzi di Vincenzo Ursini, da poco conclusosi. Ha all’attivo numerosissimi saggi, ha composto un’infinità di versi e si è aggiudicata i primi posti di così tanti concorsi di poesia a livello nazionale e non solo, da non potersi più contare. Vive a Sellia Marina da quasi quarant’anni, il suo nome è Caterina Tagliani.

Caterina perché la poesia?

«La vita è già poesia, con le sue gioie, i suoi tormenti, difficoltà, dolore che talvolta racconti in versi dove esprimi i sentimenti che ti agitano. Io non vedo come si potrebbe vivere senza la poesia».

Come nascono i suoi componimenti, i suoi scritti?

La poesia nasce sempre da un’emozione che cerco di trasmettere e, che sia espressa in versi liberi o in altra forma poetica, l’importante è che giunga al cuore di chi legge  e deve poter  suscitare le stesse emozioni che provo nel momento dell’ispirazione. Non è mai costruita a tavolino. La poesia è un volo dell’anima che si libera dai lacci terreni per sollevarsi verso cieli più azzurri, acque più limpide, albe e tramonti possibili solo nel mondo dove mi rifugio e vedo passare una vita nella quale amore e sofferenza spesso si sono incrociate ma non sono rimasta in disparte a guardare, l’ho cantata con le mie povere liriche che sono un omaggio alla vita che sempre si rinnova…alla natura meravigliosa che mi circonda..al mare del quale vorrei scrutarne gli abissi, alla mia famigli, e all’amore, eterno motore “che move il sole e l’altre stelle”. Poesie che parlano di emozioni, di sentimenti, ricordi delle persone che ci sono care, amicizie rimaste nel cuore e poi della  natura meravigliosa che continuamente con le sue luci, i suoi colori, rumori sempre e incessantemente m’ispira: l’amore… in tutte le sue sfumature, di passione, dolcezza, rimpianto, ricordo e, non ultimo, la Fede, che è la stella che guida ogni azione, sostiene e  spinge continuamente a cercare una risposta che solo Lei può darci, con la presunzione che ci aiuti a diventare ogni giorno migliori.  Ed alla poesia si accompagnano altri scritti suscitati dai miei interessi, come i racconti per grandi e ragazzi, il Saggio su Hannah Arendt: Libertà e Rivoluzione edito da Ursini e che a breve verrà ristampato».

Quale, tra tutti i riconoscimenti avuti, è quello che la rappresenta di più?

«Non è facile rispondere a questa domanda. Ogni riconoscimento è importante, sottoporsi al giudizio di una giuria è sempre un’incognita, ma se ti premia è una conferma del valore dei versi che hai inviato e ho ricevuto conferme e premi alla carriera come a Stefanaconi dove una mia poesia è posta su una stele in piazza della Vittoria, al Festival di Letino e non ultimo a Palmi benché non abbia mai considerato scrivere come una carriera. Abito in Calabria ormai da 51 anni e i Premi locali e le iniziative culturali legate a quelle del Premio Merini dell’Accademia dei bronzi di Catanzaro le ho sempre seguite fin dal 2010 e anche quest’anno che è giunto alla IX edizione sono stata premiata con la Targa D’Onore per la poesia Volgi le spalle, sempre quest’anno, mi è stato riconosciuto il primo posto in classifica nella prima edizione del Premio “Giovanni Patari”, noto Poeta catanzarese sempre dall’Accademia dei Bronzi».

A quale opera è più affezionata e perché?

«Quando si scrivono millecinquecento poesie, non è facile rispondere. Sono legata ad alcuni racconti che in molte scuole ho letto o illustrato agli alunni creando con loro un Laboratorio, ma certamente il saggio Libertà e Rivoluzione rimane il mio preferito: un sonetto, un canto, un verso libero, puoi anche impararlo a memoria; la Arendt si studia, perché c’è tanta saggezza nei suoi scritti e quando incontro gli alunni delle scuole superiori mi accorgo di quanto siano avidi di sapere e carichi di domande alle quali dobbiamo necessariamente una risposta. Il mio saggio è dedicato a loro».

Che valore ha la cultura al giorno d’oggi, secondo lei?

«La cultura ha sempre e comunque un posto, se si può parlare di posto, di primo piano. Senza cultura non si va da nessuna parte perché non si cresce mai, è un arrestarsi davanti alle prime difficoltà, un rinunciare ad ogni possibilità che si presenta o ad ogni difficoltà da superare. Parliamo sempre di crescita e di bellezza che “salverà il mondo”, ma poi non contribuiamo a renderlo migliore. La cultura forgia l’animo e la persona, la rende sensibile ai problemi che lo circondano, risponde a tutti i perché che si affacciano e cerca e dà risposte, aiuta l’individuo, ogni individuo, a liberarsi dai condizionamenti, gli insegna così come suggeriva Hannah Arendt, “ la capacità di pensare da soli” e in questa visione sta anche la libertà».

Antonia Opipari

lunedì 13 gennaio 2025

SOLO FILO SPINATO


Dentro i vagoni è sempre notte fonda
poche fessure fan passare l’aria
gravida di dolore e di sudore.

Pigiati come bestie mamme e bimbi
anziani e baldi giovani, occhi bassi
pensano al futuro ma non han domani.

Non ferma il treno che a un binario morto
divisi dalle madri sono i figli
spogliati d’ogni avere e poi marchiati
come bestie al macello li han portati.

Nell’aria un fumo acre si diffonde
da un camino acceso giorno e notte
“dov’è mio padre, il figlio…Dio mi senti?”
ma intorno filo spinato si distende

lungo un campo sterminato e non risponde.

Sellia Marina, 24 Gennaio 2014
(Per la giornata della Memoria)


IL TUO SILENZIO

                                                          
Come colomba alza l’ali in volo
così  volgo a te il pensiero e il mio desio
per vederti in ogni angolo di cielo,
riflesso come luna dentro il mare

che sempre torna a riva e mai si ferma
né mai è stanco del suo lungo errare
da sponda a sponda, fra una terra e l’altra.
Vorrebbe forse anch’egli riposare,

fermare quel suo andare vagabondo,
godersi il sole quando s’inabissa all’orizzonte
o all’alba inebriarsi di calore.

Evadere dal vento che lo sferza,
cullarsi con le braccia che la riva
afferra, trascinando un po’  di sabbia.

Così ritorna a te il mio pensiero,
ai luoghi, ai gesti ad ogni tua parola
per poter dare un senso al tuo silenzio!

 Sellia Marina, 28 Dicembre 2011

venerdì 27 dicembre 2024

L'ULTIMO FIORE

Chiuderò così questa raccolta
di canti, di sonetti e altre forme usate
che m’hanno consolato per la via,
hanno tutte un solo nome.... poesia.

La natura materna che m’avvolge,
i fiori del giardino...Oh quante rose!
E la magnolia, il sibilo del vento
il mar che giunge fin quasi alla soglia,
 

hanno ispirato il verso e sulla carta
corre veloce la penna, n’è si ferma
se non giunta alla fine e con la data
il tempo fissa dentro la clessidra.

L’amore che ho cantato pei miei cari
e mi circonda come una mantiglia,
scudo al dolore che sempre m’attanaglia
lenisce ogni giorno la tua assenza.

Balsamo al cuore queste voci amiche
risuonano e spezzan la tristezza
che come onda dalla riva passa...
Ed è quiete ancora dopo la  tempesta.

Sellia Marina, 25 Giugno 2012
Questa CCCX poesia, chiude la raccolta "L' Ultimo Fiore"
GRAZIE A TUTTI GLI AMICI DEL MIO BLOG DI POESIA