vaneggi presso qualche lume acceso
gradini e scale, rampe da salire
porte socchiuse su silenzi e dolori.
Brucian le ferite, gridan talvolta dalle labbra chiuse,
scuoton le sbarre dove son rinchiuse
gracili membra appese a qualche filo,
fasciano fianchi le fragili garze
metallo nella carne che si scioglie.
Veglia ad un letto un angelo e non piange
gli occhi son prosciugati, troppe le sofferenze viste,
nel silenzio non turba il grido di chi rantola e poi muore...
Intanto sale e scende l'ascensore!
Sellia Marina, 16 Ottobre 2012
(Pensando Alda Merini)
(Pensando Alda Merini)
Un dolore straziante ... immagini molto forti. Se fa così male leggere questi versi, vuol dire che si è entrati nella percezione del lettore e l'intento di creare sentimento è riuscito!
RispondiEliminaGrazie Flox <3
RispondiEliminagli occhi son prosciugati, troppe le sofferenze viste,
RispondiEliminanel silenzio non turba il grido di chi rantola e poi muore...STUPENDA!!
Grazie anche a te cara Anna, di cuore
RispondiEliminaVersi che suscitano una emozione davvero grande. Stare al capezzale di chi sta male è una esperienza particolare e questa poesia è riuscita a renderne i sentimenti. Molto apprezzata.
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