Come faro Hera Lacinia
veglia da lontano
il suo Milone lottare
contro l' onde
per giungere veloce alle
sue sponde.
V'è un'altra Olimpiade
che l'attende,
salvar Pitagora,
espugnar Sibari,
ma la fertile Giunone smuove
l' onde,
lo guiderà a Kroton, poserà
qui,
nel magico affresco ricreato
dalle mani operose di Affidato.
Tempio glorioso un
tempo,
faro di fortuna ai naviganti,
spogliata d’ogni
orpello e di tesori
per far castelli a
giovani signori,
or solo una colonna
resta ad Hera
e par s’ammiri in quest’’opera
immortale,
sa che non v’è opera
eguale.
Sellia Marina, 10 Giugno 2016
Componimento dal gusto classico… “Milone”. Anche
Milone e la sua Hera travalicano i confini dello spazio e del tempo, come in
quest’opera che rivisita miti, storia e leggenda racchiudendoli in versi che ne
eternano la memoria – una memoria che si fa presente e si fa futuro, una
memoria che custodisce l’intatta bellezza del passato e al contempo ne ricrea
una nuova. Una nuova creazione Milone
… in una poesia, in un dipinto. Lotta
Milone contro l’onde di un destino –
il suo –su cui vigila la dea della fertilità che muove l’onde fino a Kroton, ove potrà trovare anch’egli il suo
riposo … in un affresco che ne immortala il vigore, in una poesia che ne
decanta la gloria. Dopo tanta fatica, salvar
Pitagora, espugnar Sibari,
immerso ancora nelle onde del destino, si posa come creatura nelle mani del suo
creatore. Un divino afflato passa nelle mani infaticabili di quell’uomo che
ricrea Milone e nella fantasia del poeta che scorge, come chi sa penetrare
anche il divino, lo sguardo compiaciuto di Hera che, con un pizzico di vanità femminile,
s’ammira in quest’opera immortale,
sapendo che non v’è opera eguale. Hera, dunque, diviene
simbolo della fecondità dell’arte – la sola che può eternare, reinterpretare e
sublimare tutte le cose.
(Dott. M.
Spagnuolo) )
Nessun commento:
Posta un commento
Se la mia poesia ti piace, commentala, se non ti piace…ignorala