una mamma, un papà, sette figli,
e c'era il nonno alto e segalino
non disdegnava un buon bicchier di vino.
Quanto amore intorno a quella mensa
preceduta dal segno della croce
consumata quasi in silenzio religioso,
nessun che si lamenta se il pane è poco.
Poi, come tanti rondinotti
son volati via ad uno ad uno
prendendo altre strade ed altri cieli.
Secondo, dopo aver sofferto tanto
all'aura dei cipressi se n'è andato
a ritrovar la mamma ed il papà
lasciando un vuoto che mai s'è colmato
ma la sua voce, se lo pensi, senti cantar.
Altri cresciuti come giunchi al vento
che il ruscello abbevera alla riva,
perduti nei ricordi del passato
o nel rimpianto di un destino avverso
che ti ha piegato ma non ti ha mutato.
Alcuni son felici, altri contenti
d'esser rimasti a rimembrare il tempo
quando sedevan tutti a quella mensa
sempre più grande, con bambini nuovi
che saltano sul letto della nonna
( quante molle hanno rotto), quanti giochi,
quanti litigi sopra le lenzuola, quanti lacrimoni...
Quella è la stanza della mia memoria!
Sellia Marina, 5 Marzo 2010
( Da "Vorrei…"Aletti Ed. 2010 )
( Da "Vorrei…"Aletti Ed. 2010 )
BEI RICORDI CATERINA, SUGGELLATI IN BELLISSIMI VERSI.
RispondiEliminaGrazie Angelina, è la mia famiglia, quello che ho di più caro
RispondiEliminaChe si può scrivere per versi così emozionanti? Felice che l'autrice abbia aperto al lettore la stanza della sua memoria. Versi splendidi per tratteggiare affetti cari.
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