Giorni
tristi d’attesa consumati
ad
aspettare una novella lieta
turbina
la neve, infuria la tormenta
il
ghiaccio che t’opprime
mura
dipinte col pennello bianco
intorno
ha disteso un grande manto.
Lassù
dove il tempo si ferma
quando
ogni cima nuda è ricoperta,
lassù
ad aspettare che un suono
riveli
che vita è rimasta
prigioniera
fra rovine di ghiaccio.
Ora,
nero ineluttabile circonda,
pesa,
una cappa s’è stesa,
circonda
ogni probabile discesa
verso
le luci che come presepi
appaiono
e scompaiono improvvise
come
lucciole che a maggio nei giardini
circondan
fiori, siepi di gelsomini.
Sellia Marina, 4
Febbraio 2017
( Sull’aereo
Lamezia-Roma)
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