scivolano
sul saio che lo ricopre
graffiati
i ginocchi dalla nuda pietra
nulla
egli vede o ode,
le
mani son giunte già in preghiera.
Curve
le sue spalle ove la croce
insieme
a Cristo porta, la solleva
per
dar ristoro all’uomo ed al cammino
che
dee percorrer come pellegrino.
Il
lume della Fede è la sua luce
i
grani del rosario il solo pane
che
nutrono il veggente e come Bruno
dovremmo
tutti insieme perdonare
Ogni
viltà commessa oppur subita
ogni
offesa recata o ricevuta,
siamo
fratelli inclini alla violenza
dovremmo
invece amarci e costruire
un
mondo migliore, Bruno lo vuole!
Sellia Marina, 30
Maggio 2018
Da Serrese doc non posso esimermi dal ringraziare la cara amica Caterina e commentare la sua splendida lirica dedicata al mio Santo, fondatore della “mia” millenaria Certosa di Serra San Bruno e dell’Ordine Cartusiano. Siamo di fronte a versi dalla voce pacata e ricercata che esprimono sentimenti profondi ed intensità della parola. È poesia intrisa di confessione, anelito di comunione e fiducioso abbandono. L’amica Caterina con questa sublime lirica ci vuol comunicare sentimenti e bellezza, religiosità e contemplazione, vita e passionalità. Il tutto rivolto all’anima delle creature e degli uomini trasmettendo conforto e speranza. A Caterina va tutto il mio personale grazie e quello della mia Comunità d’origine assieme a Giacinto Damiani presidente del Comitato “Mastro Bruno Pelaggi” del quale mi onoro d’esserne il vice presidente.
RispondiEliminaMimmo Stirparo
Caro Mimmo, ti ringrazio per questa attestazione di stima e ancor più per le parole di lode alla mia poesia dedicata al grande certosino di Serra, sempre dico che certamente si poteva scrivere meglio e di più, ma non sono così "eccelsa", ci vorrebbe una miglior penna, io ho scritto solo con il cuore. Grazie per le tue gratificanti parole che sempre mi spronano a migliorarmi.
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