“…Amor, ch'a nullo amato amar
perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come
vedi, ancor non m'abbandona..”
(Inferno-Canto V-vv.103-105)
Nessun poeta ha cantato ed
esaltato l’amore in modo così alto come il grande padre Dante e tutta la
corrente che permea la sua età giovanile: il dolce “Stil Novo”. Dante andrà oltre, sia che canti l’amore terreno
che l’amore divino e, malgrado i secoli trascorsi, non solo non è stato superato, ma neppure eguagliato.
Che cosa si può quindi
aggiungere quando tutto è stato già detto, scritto, esaltato nelle forme più
gentili o più estreme?
E’ grande il desiderio
di chiudere gli occhi davanti all’intensità di questo sentimento che, racchiuso
in una parola tanto breve “..move il
sole e l’altre stelle..”, per significare come l’amore in effetti è all’origine di ogni nostra azione, ed è
l’autore di ogni scelta, che la si compia o meno volontariamente, nel bene o
nel male, bramando ardentemente il raggiungimento di ogni desiderio lecito o
illecito che sia.
I poeti, fin dagli
albori, non hanno mai smesso di dedicare i loro
inni, odi, sonetti o liberi versi, lasciandosi alle spalle ogni forma
metrica consolidata e abbandonando ogni pedissequa forma prefissata dalla poesia
“ufficiale”, cantando l’amore con l’utilizzo di una sola metrica: quella del
cuore.
Per questo forse i
poeti ancora oggi sono capaci di commuoversi e commuovere, di imprimere sulla carta quello che a voce
spesso non si dice, perché un foglio
bianco è un invito ad essere subito, magari anche frettolosamente, riempito di
segni sussurrati dalla mente e vissuti nello stesso istante col cuore che si
commuove e piange d’emozione, che soffre, non idealmente ma avvertendo il
dolore che è quello di tutta una umanità che poche volte ride.
L’emozione che il poeta
trasmette a se stesso prima ed al lettore che sfogliando le pagine ritrova un
po’ di sé, non è dissimile, perché
l’amore è un sentimento
universale che si esprime forse in modi diversi, ma sempre con la stessa carica
di emozione a tutte le latitudini di questo mondo nel quale faticosamente
viviamo e al quale vorremmo lasciare “non
di tesori eredità ma caldi sensi e di liberal carme l’esempio”.
Sellia Marina, 18 Dicembre 2014
Caterina
Tagliani
"Canto D'Amore alla Luna" S.D.Collezioni
Le tue poesie sono tutte belle perché ignorarle? Io le leggo e mi medesimo in quello che magistralmente tu espandi largamente nel regno della poesia in tutte le sue sfumature, Ciao Caterina stammi bene. C. Romano
RispondiEliminaGrazie caro amico per le tue visite e i tuoi commenti, "ignorala", perché nessuno debba sentirsi obbligato a commentare se entra nel blog, ma sapere che amici come te si "immedesimano" mi fa piacere, forse perché la poesia è universale quando parla con la voce dell'anima e non per stupire. Stammi bene anche tu caro Carlo
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