Non vi son parole nuove, ma novelli d’annunziani
le potrebbero inventare, per descrivere coi versi
il rumor che vien dal
mare, il fragore delle onde
che s’innalzano col vento, che si spingono alle sponde
poiché il fiato dispettoso che le incalza, le allontana,
le travolge, le accavalla, nuovamente le avvicina
e non trovano riposo che alla riva ormai disciolte.
Bianca spuma che confina con un ciel poco distinto,
in un’alba che non
sorge, nel tramonto che non giunge.
E’ il mio mar che forse piange, urla, imponente rugghia,
perché forse la sua brama di carpire, avvicinare,
di travolgere una preda, si è dissolta in bianca spuma.
Il suo grido non si
ferma, una tormenta che diffonde
lungo tutto il litorale… ma è un’orchestra musicale!
Sellia Marina 18
Febbraio 2011
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