Un breve
fiorir d’ali si consuma
arde il
sole su terra screpolata
dove non
vi son strade né sentieri
né
conserva sabbia la memoria
L’otre è
vuoto e gridi la tua rabbia
al vento
che non ode e fra le dune
s’affaccia,
le scompiglia, ricompone
granelli
d’oro che trascina altrove.
L’oceano
imprigionato apre le braccia
scuote i
cancelli ove sta rinchiuso
va e torna
in cerca d’una sponda
che
carezzi dolcemente l’acqua
o freni la
sua furia furibonda.
Consuma
ogni candela la sua cera
gocce di
stelle e lacrime di sole
asciugano il pianto dalla pelle
Forza la
neve sopra il tetto antico
cerchi
disegnati dentro il grano
saran
cumuli di cenere or ch’è fuggito
rapido come freccia l’uragano.
Sellia Marina, 5 Maggio
2013
Nessun commento:
Posta un commento
Se la mia poesia ti piace, commentala, se non ti piace…ignorala