S’alzò
lieve come filo di fumo la polvere
che
scese, ingrossò, oscurò il cielo
che
si fece sera, ma senza stelle
perché
un rumor profondo, cupo di rovine
s’alzò,
avanzò tra le case, rovinò
sempre
più basso quando ogni laccio
abbandonò,
penzolò nudo e sopra
ogni
viandante che passava frantumò lento,
si
sciolse, gelato che fondeva al sole
ormai
nascosto, piedi veloci per sfuggire
ogni
trave, ogni calcinaccio che colpisce
ed
ogni grido è inutile, correre via lontano
è
già difficile, il pericolo incombe e se lo guardi
l’orrore
attanaglia, chiude la gola e non v’è parola
che
pronunciar si possa mentre il ponte crolla
scava
la sua fossa
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