LEGNO AMARO DI NOCE
26 Gennaio 1987
Così
ti ripenso e ti rivedo, sofferente,
china,
ancor convalescente accarezzare
quel
legno amaro di noce, forse,
come
il paltò che indossavi
e
non sentivi il freddo gelido vento
che
flagellava le tue spalle
rapido
inserirsi e fuggire.
Danzavano
petali di crisantemi,
ondeggiavano
come onde
ad
ogni folata di tramontana
invisibile
passava e si scioglieva
s’intrufolava,
spariva, tornava
sempre
più forte, sempre più gelida
sulla
bara chiusa dove tu parlavi
o
forse pregavi, il rosario nella mano
che
sgranavi era finito ormai
e
tu non eri stanca ancora
di
carezzare il lucido amaro noce
seduta
ai piedi della scala
per
risparmiarti madre
veder
la stanza vuota dove sei risalita
ancora,
asciugando il pianto.
Sellia Marina, 28 Dicembre 2017-
Targa D'Onore, VIII Edizione Premio Merini 2019, Accademia dei bronzi Catanzaro.
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