Madre,
avrei voluto esser come te
Ero piccola in quella che ricordo
ma tu sempre in piedi dietro a me
e ti ho trovata in una vecchia foto
non dentro una tazza di caffè.
Cercavo il tuo sorriso, la tua voce
che ci chiamava sempre verso sera
per risentire un poco di famiglia
tutta quanta riunita in preghiera
le tante Ave sulle dure pietre
il cuore pieno di speranze accese
Salve Regina la tua voce chiara
risuona ancora, timbro d’una chiesa.
Madre, quante giaculatorie m’hai insegnato,
una ad ogni santo, un Requiem
per ogni nostro caro defunto
neppure il vicino era mai dimenticato.
In chiesa all’alba prima di ogni altra,
freddo pungente, la pianura è scialba
ma
la rugiada penetra nell’ossa
il gelo ghiaccia le ginocchia…
E lì ti cerco madre fra i nastri
che adornavano i capelli,
vestiti smessi da chi più grande
avea
consumato, rammendati con cura
nuovi parevano, madre, ad ogni stiratura.
Sellia Marina, 16 Maggio 2024
Nessun commento:
Posta un commento
Se la mia poesia ti piace, commentala, se non ti piace…ignorala