cadono al gelo che lascia contusi
la pioggia che candida scende
si scioglie, preghiere mancate all’altare
non giungi le mani e il Signore
già stanco una croce ti volge
un monte che non puoi salire
un terreno senza più spoglie
Serbati all’ombra del pino
ogni ago caduto, seccato, spezzato
per bere la neve ti offre frescura
ma tazze o bicchieri distanti ti
stanno.
Le dita ormai stanche ricercano un filo
sottile d’acciaio che suono ti fanno
la mente si volge in un luogo
tranquillo
ove posi e ricami di sogni ogni tasto
del tuo pianoforte.
A mio figlio Corrado
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