Ancora dopo giorni di tempesta,
non sei quieto e il vento
trascina a riva le tue onde bianche.
Flagelli le rocce minaccioso
d’assalto ti getti all’improvviso
per ricadere ai lor piedi stanco.
Nel silenzio la tua voce tormentata
s’ode e ascolto il tuo furor che non si placa
neppure quando Zefiro leggero
vuole cullarti, carezzarti l’onde,
alitare sull’acqua ancora scura
almeno un poco del suo buon umore.
E tu corri, fuggi, ti rivolti e avvolgi
tutta la sabbia che trascini a fondo
mare …Eterno predatore!
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