una voce chiara, cristallina
s'ode tranquilla raccontar d'eroi
cavalieri, dame, gesta d'amore e di furore.
Talvolta si commuove nel ripeter
quegli Inni Sacri e il doloroso esilio
di chi due secoli varcò e non battè ciglio.
Ammirava quel truce Innominato
odiato da ogni gente conosciuta
capace di raccogliere ai suoi piedi
la preghiera di un angelo, pentirsi.
Alzava tono la voce e già la stanza
s'empiva d'una marcia trionfale
che non seguia gli amanti nell'avello
"O terra addio" cantavan, " Pace t'imploro" rispondeva il coro.
Tornava ogni sera la sua voce
inondava la stanza con il lago di Como
poi "dormite adesso, continuerem domani"
e come la Sonnambula nel sonno noi cantavam "Prendi l'anel ti dono"
Sellia Marina, 4 Luglio 2012
(A mio padre, amante del Manzoni e della Musica Lirica)
Ma come ci riesce a scrivere così? Sei bravissima! (Raggioluminoso)
RispondiEliminaCara amica avrei voluto fare di più per il mio papà…era così buono..
RispondiEliminaRicordo bene il tuo papà! Don Ubaldo lo apprezzava così tanto!
RispondiEliminaGrazie Alice per questo tuo ricordo…era…difficile non voler bene al mio papà..era tanto buono davvero, grazie anche per avrai ricordato il nome del nostro parroco
RispondiEliminaIl viso illuminato dalla bontà, quanto amore emerge in quelle strofe sonore. Grazie Dolce Rugiada.
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