sabato 29 giugno 2024

DELIRIO


Son le mie notti come questo vento,
turbine di passione che io non celi
come il sole dietro nuvola a giorno.

Non hai speranze se l’amor consuma,
giocando sopra un prato o con la luna
che striscia lenta, allunga il suo bagliore
dentro l’alcova, apposta tra glicini in fiore.

Il desiderio cresce, ardon le labbra,
e come fil di fumo in focolare al vento sale,
così risveglia i sensi lo sguardo tuo
che filtra tra le palpebre socchiuse,                                           

scioglie ogni freno, scuote dal torpore,
ogni fibra urla di piacere, i fianchi stanca
questo desio d’averti ancora accanto,

mirabile padrone del mio cuore.

Sellia Marina, 29 Febbraio 2016 
Menzione d'Onore-"Altre parole d'amore"-10 Settembre 2016
Premio Acume-Premio Letterario Internazionale-Molochio 17 Settembre 2022


Il delirio degli amanti è tema ricorrente in poesia: la fiamma d’amore che brucia i sensi e il cuore arde fortemente nel pensiero dei poeti che tendono sempre a rendere il sentire come sentimento assoluto, sciolto, cioè, da ogni legame che impedisce all’uomo di andare al di là di una fisicità che potrebbe provocarne un’immediata dissoluzione. Così in questo componimento. Se nella prima strofa il ritmo è incalzante in sintonia con il motivo della passione vento/turbine, in cui la forza del desiderio si esprime attraverso una silenziosa esclamazione (che io non celi), perseguita con insistenza nel successivo paragone (come il sole dietro a nuvola a giorno), nelle quartine centrali lo stesso rallenta quasi a voler prolungare quegli attimi in cui il desiderio cresce, ardon le labbra fino a percepire i sensi come attratti da una forza sovrumana: così come il fil di fumo che il vento attrae a sé attraverso quel focolare che rimanda, come fatto poetico ormai storico, all’idea dell’intimità della casa, della sua parte più interna. Questa forza che si eleva sull’umano la si coglie particolarmente nella seconda strofa in cui la natura stessa si fa complice dell’ardore che coinvolge gli amanti: amore come lusus, gioco, nell’immagine del prato, e amore come nascondimento innanzi al quale solo la luna ha l’audacia di allungare il suo bagliore sino al talamo, eppure anch’essa si arresta tra i glicini in fiore, discreta, quasi rapita dalla sacralità dell’atto risvegliato da uno sguardo, anch’esso discreto (tra palpebre socchiuse), sebbene rapitore, ladro degli amorosi sensi (v. 11): così esso scioglie e scuote, ma se ogni fibra urla di piacere e i fianchi stanca è in virtù di un pensiero che è già desiderio – il desiderio di aver ancora accanto l’amato, quel mirabile padrone di stilnovistica memoria, ma di una memoria  rinnovata: non è l’amata ad essere domina, padrona, ma l’amato. Così l’ultimo verso che chiude il componimento rievoca tutta la classicità di un tema filtrato qui attraverso l’estremo desiderio della donna – non esplicito, non decantato – quello di appartenere al suo dominus, che per essere depositario di tanto ardore è, appunto, mirabile. ( M. Spagnuolo ).

17 Settembre 2022-Premio Letterario Internazionale  " Aspromonte città di Molochio ", Associazione ACUME- Premio Acume  

martedì 25 giugno 2024

Nel tuo presente


 Nel tuo presente

 Al tempo, sì pesante, sì leggero,

a volte chiuso dentro una cornice,

riflette ciò che passa ed addolcisce

come tenere braccia intorno al viso

che sfiora adagio e spiana di ogni ruga

le pieghe amare che la bocca cuce.

 

Tempo presente scandito dagli istanti

frantumati tra i secondi e le lancette,

 che fuggono, filtrano i minuti

tra un battito di ciglia ed un singulto.

 

Stringi l’eternità fra le tue dita,

il mirto che incorona ogni poeta

alla tua fronte sarà ancor più verde:

Pallade non sarà nel tuo presente,

 

calpesta ogni viltà, tu l’hai sfidata!

 

Sellia Marina, 20 Luglio 2023

Pro  Loco Petrizzi “ Il fiore e la pietra”, Petrizzi  15 Giugno 2024, Targa D’onore

domenica 23 giugno 2024

CUOR DI POETA



Avverte ogni paura, ogni tua ansia,
gioia, dolore, ogni languore
cuor di poeta sente, prende un foglio
sulla carta esprime per incanto                                                    

quello che non vuoi dire, per orgoglio.
Non teme il giudizio di chi vuole
una strofa ben studiata od un sonetto,
cuor di poeta esalta, come suole
far, senza problemi, per diletto.
E quando segue una farfalla in volo,
o da uno stelo se nasce ancor bocciolo,
cuor di poeta esulta, non ha fogli

che possano bastare a scriver versi
che la natura intorno bella invoglia
a continuare, cantare un inno al sole,
sentirsi scivolare come l’onda

"COME UNA FIABA"



"C'era una volta…"
Inizian così tutte le fiabe
che parlan d’orchi, di principi, di fate,
a te molte ne abbiamo raccontate,

alcune te le abbiam persin cantate…
Ma  sei cresciuta e tu non hai creduto
a nessuna di quelle che capivi
erano solo  fole per bambini,

le dolci ninne nanne  dei piccini.
Ora sei grande e cambia la tua vita
come il cielo,dopo un gran temporale
l’arcobaleno annuncia

che presto tornerà  ancor sereno.
Così  anche tu che ieri eri  bambina
 ora d’un tratto già sei fatta donna,
sinuose le forme, come una sirena

e il piglio del tuo volto è ben deciso
a chiedere o a donare quel che intendi
la vita debba darti o che pretendi.
E come tutti abbiamo i nostri sogni

così tu insegui i tuoi senza voltarti,
forse è giusto così, o forse pensi
che qualcuno voglia o possa ostacolarli.
Ma non andar di fretta, noi tutti siam  qui

per aiutarti perché tu possa alfine 
tutti realizzarli

Sellia Marina 23 Giugno 2011




La mia bella principessa oggi compie 18' anni. Una tappa importante per tutti i ragazzi: diventano "maggiorenni". A Me sembra ieri che così piccolina rotolava per casa e oggi ha svolto la seconda prova della  maturità linguistica e poi, dopo un'estate passata probabilmente dietro il bancone di un bar, se ne andrà per iscriversi all'Università di Ferrara. Il mio letto ( che lei ha occupato spontaneamente quando mio marito è mancato), resterà di nuovo vuoto, i suoi piedoni (n38), non mi scalderanno quest'inverno....quante volte parleremo di lei...bella mia...ora prepariamo la festa per il suo compleanno...poi...si vedrà.


Questo video nonna Katia l'ha realizzato per te, mia bella Principessa









TENERAMENTE


Cantava il Poeta
“ Quali colombe dal disio chiamate”
tali son l’anime innamorate
cui  splendon gli occhi e tremano le  dita
per l’ardore che le consuma.

    Le guardi felice e t’accorgi
come cantano i cuori
         come volano i piedi all’incontro
      come lievi soffi di vento sussurrano

parole che restano in viso
pensate e non dette, riflesse
 nel cuore che tace, che piange, che freme
come foglie che il vento alitando scuote,

    come sole uscito  improvviso
       da una nuvola nera di pioggia.
         e ti lascia sorpresa la luce dorata
        che splende sul viso alla mia innamorata


                                                                                          
             
 A Simone e Silvia-Sellia Marina 18 Febbraio  2010
("Vorrei".Aletti Editore 2010)

giovedì 20 giugno 2024

" Al-Aqsa "


" Al-Aqsa "

7 Ottobre 2023

Avrei voluto stringerti, consolarti,

rendere l’abbandono meno amaro

le tue ferite asciugare adagio

ma non c’è medicina che ti curi

lenisca i fianchi avvezzi alle frustate

i pochi capelli che nascondi

in ampi foulard dove li avvolgi,

avrei voluto dirti che io soffro

solo al pensiero di saperti offesa

gettata come straccio tra i rifiuti

violata e poi bruciata come tante,

quel sette ottobre decretò la fine

della poca umanità ch’era  rimasta…

nessuna voce in tua difesa,

nessuna lacrima spesa

nessun corteo nell’attesa

vuote le piazze complici…

inneggiano al massacro

 Sellia Marina, 24 Febbraio 2024

 *Operazione Alluvione

sabato 1 giugno 2024

Madre, avrei voluto esser come te

                                                                                     

Madre, avrei voluto esser come te

 Ero piccola in quella che ricordo

ma tu sempre in piedi dietro a me
e ti ho trovata in una vecchia foto
non dentro una tazza di caffè.

 Cercavo il tuo sorriso, la tua voce

che ci chiamava sempre verso sera
per risentire un poco di famiglia
tutta quanta riunita in preghiera

 le tante Ave sulle dure pietre

il cuore pieno di speranze accese
Salve Regina la tua voce chiara
risuona ancora, timbro d’una chiesa.

 Madre, quante giaculatorie  m’hai insegnato,

una  ad ogni santo, un Requiem
per ogni nostro caro defunto
neppure  il vicino era mai dimenticato.

 In chiesa all’alba prima di ogni altra,

  freddo pungente, la pianura è scialba

            ma  la rugiada penetra nell’ossa
            il gelo ghiaccia le ginocchia…

            E lì  ti cerco madre fra i nastri

            che adornavano i capelli,
           vestiti smessi da chi più grande
           avea  consumato, rammendati con cura

            nuovi parevano, madre, ad ogni stiratura.

            Sellia Marina, 16 Maggio 2024