martedì 23 aprile 2024

Come orologio quando segna l'ore

 


Come orologio quando segna l’ore

Così trascorse il tempo i giorni suoi,

correndo fra ì prati come infante

talvolta come vecchio il suo bastone

trascinò fra rovi ed acque infide, bugiarde.

 

Come dal vento trascinato a valle

mosse montagne ma non eran quelle

che giovinetto con un solo balzo

da cima a cima solea lasciar le spalle.

 

Tempo fugace come in un bicchiere

che pochi sorsi tiene, aceto quando è l’alba

brucia la gola senza dissetare

l’aride labbra, livide dal sale.

 

Tornò nella clessidra a riposare

raccolse ogni granello che l’involve

come orologio quando segna l’ore

non s’accorse di quello che sfuggito

 

attendeva il ritorno, lui, emigrante.

 

Sellia Marina, 12 Maggio 2021

Calendario D’Arte e Poesia 2022- Accademia dei bronzi

Pubblicata in " Recital di Poesie "Bosone Raffaele" Gubbio-

Madre

                      
Soave alle labbra il tuo nome

scorre come miele nelle vene

il tuo abbraccio ogni pena scioglie

ogni carezza illumina la via

ogni tua parola il cuore accoglie

sulle tue labbra c’è la verità.

Quando ti penso madre

ti vedo sorridere anche stanca

nessuna ruga in viso e la tua voce

è sempre bella come quando preghi

sovra l’altre s’innalza  perché arrivi

al Signore sull’altare dove invochi

inginocchiata come in penitenza

ma è per me madre che preghi

sempre con costanza.

Ti vedo in ogni stanza

 Sellia Marina, 20 Dicembre 2022

Targa d’Onore XI Edizione Premio Merini-Accademia dei bronzi  

venerdì 19 aprile 2024

Suoni e colori della sera


                                                 
Sarà che nella sera quando muore
trascina con sé ogni profumo
dispensato al giorno, ogni colore,
il verde e il giallo del trifoglio

una leggera brezza vola
nell’aer sereno e un canto di mestizia
s’ode dei cuori puri

giustizia più non risiede
in quelli degli umani.
S’annida la colomba dentro il nido
il falco le ha spezzato l’ali

tremulo il cipresso scuote i rami
caduti i petali a tutti i tulipani
ogni colore è spento, muore la sera.

Sellia Marina, 18 Aprile 2024





giovedì 18 aprile 2024

SPIRITI AFFRANTI



Or essa è vuota ma  un dì piena  era la casa
risuonava di passi, echi di risate e canti,:
nulla ora è più come allora!

Viaggiammo
 pur senza esser noi, spiriti affranti,
la luna di  chiarore c’ inondava
ed ogni stella, quasi scia di sole,
ci seguiva spiando i sospiri che nascosti
e fragili pensieri, l’animo turbava.

Nei deserti incontrati, piccoli semi di speranza
 seminati, tornammo dopo tempo a rivederli
erano quasi oasi diventati.

Solcammo mari tempestosi, l’ onde ghiacciate
ci spruzzava il viso ma l’aurora
quieta ritornava, placava l’ acque
risplendeva d’azzurro l’orizzonte.

Cime aguzze e impervie abbiam scalate
graffiando i fianchi, oltre le murene
per vedere fiorire una genziana,
Salimmo insieme, noi,


spiriti affranti solo di sapere.
Sellia Marina, 27 Marzo 2015

Premiata con "Menzione D'Onore" e Inserita nell'Antologia "Inchiostro e anima" . III Concorso Internazionale dedicato a Mariannina Coffa Caruso- Noto, 7 Novembre 2015 

mercoledì 17 aprile 2024

RICORDO…UNA CONTRADA



                                


V’erano alberi e candidi mughetti nel sottobosco,

Bucaneve e narcisi  tra il verde stavan nascosti

Proprio lì, sul limitare delle case abbarbicate

Al campanile della vecchia chiesa.

Fra le stradine strette non v’eran mendicanti,

Gli usci eran aperti, pronti, senza serrande.

Or  sei vestito a festa, con tante case nuove,

Volti, strade, giardini,

Tanti bambini

Ignari della tua antica storia.

Come al mutar del vento, cambia colore il cielo,

Come l’anima stanca si curva sotto il peso

Di un destino segnato,

Così tutto  è mutato

Ma col pensier rivedo boschi e verdi prati,

Gli affetti mai sopiti

E quella grande festa adorna di colore

(ricordi? Quando passava il Santo noi gettavamo i fiori)

E un agnellino candido seguiva in processione

Belando, la statua del patrono.

Forse è una storia nuova

Quella che dovrei scrivere…

Ma non si può decidere

Quello che più ti aggrada.

 La memoria è tiranna!

Sempre mi resta impressa

La mia vecchia contrada!

 Sellia Marina 20 Febbraio 2010

Spello, 3 Marzo 2024-Attestato di Partecipazione da Passaparola, Concorso "Come le rondini".

COME NASSIYRIA


Silenzio quando cessano gli spari,
cingoli sulla sabbia con le ruote
lancian granelli, graffiano la gola,
arsura, non di sete ma  di paura.

Come serpi han strisciato fra le dune
sole cocente, veleno di scorpione,
Shamal spira  e  tempesta crea
mura di sabbia ove non vedi niente

nei silenti deserti dell’Oriente.

Lingue di fuoco sprigionano faville
cadon le  teste,  non sono dei potenti,
è sangue di vittime innocenti,
come a Parigi, Dacca, Nassiyria.

Quante promesse sterili, bugiarde
restan sepolte qui, come memorie
che l’uomo crede perenni ma volan via
travolte  son dall’odio e da follia.

Sellia Marina, 6 Luglio 2016
( " Kate delle orchidee...)

lunedì 15 aprile 2024

I SILENZI DELL'ARTE III- Poesia


Regina che incorona ogni cimento
di chi affida alla parola il sentimento,
la condivide o nascosta resta
fra pagine ingiallite e consumate
da chi a lungo fra le mani le ha tenute.
Libri di testo, tesori ancora ignoti
in bella mostra o dentro gli scaffali
quelli troppo aperti o sempre chiusi,
difficile anche alla più eccelsa memoria
trattener d’ogni volume la sua storia,
in lor vi son tesori di sapienza,  scienza,                                         
storia, atlanti che non son per la fortuna
eredità per un popolo senza memoria.
Ma s’affanna ancora a sera il mio poeta
non vede che Selene s’è affacciata,
guarda Astolfo  in groppa al suo ippogrifo
né ode piover sopra i mirti in fiore,
cavalcar la radura un cavaliere,
è senza macchia e  non ha paura
d’affrontar i suoi  nemici a schiera,
lo guida un angelo che una coppa sacra ha lasciato.
Silenzio cade dove dorme  l’arte!
Virtù antica che l’uomo d’ogni tempo
ha lasciato fra le righe d’un quaderno,
conservato, trascritto, rilegato
in picciol libri o volumi ponderosi
perché ogni verso, sonetto, inno o madrigale
possa dispiegar l’ali e continuare a volare.

Sellia Marina, 6 Dicembre 2016

I SILENZI DELL'ARTE -Pittura


Il silenzio di molte primavere  avvolge ogni forma
coperta di polvere deposta dal tempo
che inesorabile passa, striscia sui volti, sui fianchi,
sugli archi che scudo ancor fanno, li imbianca.
Ogni goccia scava una fossa , le lima,
virtù che ancor lascia una traccia nella piazza,
nelle guglie cesellate di tanti campanili abbandonati.
Monumenti  che l’uomo ha creato,
scolpito in bianco marmo e tenero alabastro
pel decoro di sale ove  ogni tela parla,
ogni dipinto raffigura il passo fatto.                                         
La vita ti racconta nei colori, l’angoscia
che attanaglia e non dà scampo, la fuga,
la paura, campi in fiore di papaveri e girasoli.
L’ardor di Psiche per il suo Cupido parla
del genio che ha scolpito nelle forme
l’amore eterno che ancor  li travolge.
A sera, quando Selene splende e Gea dorme
riprende vita ogni forma, risplende ogni colore
ogni quadro si scioglie e passeggeri
lascian sedili duri di carrozze,                                                
per le strade  e nei saloni van girando
ma Eos avanza adagio e sbarra il passo.
 Sellia Marina, 19 Novembre 2016 

lunedì 8 aprile 2024

Fragilità


Fragilità

La disabilità non è un optional…

 Eri roccia ed or

sei giunco fragile alla riva,

piegato al fiume che lambisce

le tue braccia non più forti,

come amante t’abbraccia, ti trascina

non odi il vento che come onda

t’involve, turbine che a valle

si scioglie come la neve al sole

e le tue membra stanche alfin

trovan ristoro.

Fragile giunco senza più rami

non hai  più foglie d’agitare al vento

le  tue radici ora son molli

sgretola la roccia ove posavi

l’acqua che ti nutriva  scorre lontana ….

 Sellia Marina, 2 Ottobre 2022

ULDMIL, Ottaviano, 16 Marzo 2024- III° Cl. Concorso "Io Esisto"


giovedì 4 aprile 2024

LACRIME DELLA LUNA



 Sempre ti cercherò, nei battiti del cuore
di questa terra che ancor langue, muore
per un destino che non ha creato
ed un futuro non previsto mai.

Ti cercherò, fra palpiti di zolle
dove l’aratro ormai non passa più
e l’erba alle radici avvolge
lacrime della luna quando stinge.

Ancor ti cercherò, nella voce del mare
che lamenta, dolore ai remi che più non s’inabissan
nell’onda, il sole ancor l’indora,
l’inonda ma piatta è l’acqua dove è più profonda.

Lassù ti cercherò, fra stelle che si brucian
prima d’esser lucciole nella notte
fiammelle d’una via senza più scia,
lassù mi perderò o troverò

un po’ dell’anima mia.

Sellia Marina, 24 Giugno 2017