“IL CAVATORE”
“sol chi non lascia
eredità d’affetti…”
I campi
che hanno arato, germinato pane
per lungo
tempo, or giacciono abbandonati
all’incuria
dell’uomo e alle pazzie del tempo.
Ulivi or
secolari avean piantato, curato,
ogni
ferita aperta medicata, raccolto
l’oliva
spersa fra l’erba, inginocchiati
come per
preghiera, a ringraziare.
Boschi
di gelsi accudito, perché non mancasse cibo
al filugello che ricca e prestigiosa rendea la
terra
verde
smeraldina, rorida di rugiada, come seta lucida,
diploma
di Re appeso dove nessuno guarda
resta a
ricordo di tanto inutile sfarzo.
Ma il
bene più prezioso è ancora qui
sepolto
in miniere ormai in disuso
altre, a
cielo aperto mai scavate da mani operose
ma da
avidi incursori che man bassa han fatto
dei
tesori, portati altrove, lavorato con perizia
oro e
argento, mercurio, rame ed il rosso cinabro…
Ora solo
un monumento dove l’uomo
ancora è
in cerca del tesoro ch’è sepolto,
alzata è
la picozza ma piegata è la forza
mentre l’acqua
che scorre leviga ogni pietra
ed il
sepolcro lava dell’uomo ogni colpa.
Sellia Marina, 12
Novembre 2017
Dipinto di
Caterina Rizzo
Premio di partecipazione al Concorso " Nessuno è perfetto ", Catanzaro, 18 Ottobre 2019
Premio di partecipazione al Concorso " Nessuno è perfetto ", Catanzaro, 18 Ottobre 2019
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