lunedì 12 dicembre 2022

HO SCELTO TE



Fra tante stelle, ho scelto te
che nasci fra i crepacci e le morene
con le genziane e i  dolci ciclamini,
solo  chi t’ama sale e ti raccoglie

conserva fra le pieghe d’un giornale
e il sole, tutto il mucido toglie
ai vellutati petali che docili s’immolano.

Ho scelto te, perché mi sei ricordo
dei monti che sognavo di scalare
perché mi sei nel cuore, padre

ed ogni stella alpina conservata
è una carezza a te
quella che forse non ti ho mai donata.
Varese, 20 Maggio 2015

Varese, 20 Maggio 2015
Pubblicata sul Calendario d'Arte e Poesia 2016-Accademia dei Bronzi-Catanzaro

martedì 22 novembre 2022

Lasciami piangere




Sulle tue vesti strappate

sui tuoi capelli bagnati sulle tue mani graffiate lasciami piangere Sui tuoi arti scomposti sul tuo seno scoperto di sudore intriso di sangue rappreso… lasciami piangere Per la tua anima violata le tue scarpe inzuppate testimoni non volute di un possesso brutale… lasciami piangere. Sellia Marina, 22 Febbraio 2022
Premio Internazionale di Letteratura Seneca 2022
" Ciò che Caino non sa "

lunedì 21 novembre 2022

LIBERI DALLE RADICI

Or che la terra langue per l’arsura
né più l’uomo rivolta solchi con l’aratro,
vedi salir fra nembi e cirri densi
alberi che di frutti sono carchi.
Vanno lontano, dove nell’ immenso
ogni dolor profondo si consola
dove il mistero viaggia insieme al vento
lassù svaniranno, né sai se torneranno

stanchi o rinvigoriti ma liberi dalle radici.
Sellia Marina, 2 Settembre 2016
( Da “ Kate delle orchidee” )

lunedì 26 settembre 2022

NOTE DAL PARADISO


L’ali ha richiuse e d’un manto bianco
s’è vestito, coperto ha il capo,
pien di dolcezza è il viso.

Non trema la mano e lo strumento
empie di note l’aria, eco di Paradiso
che s’espande, riversa, risuona per l’aere,
raccoglie ogni sospiro che giunge fin lassù.

Il dolore stride a volte sulle corde tese
use a diffonder melodiosi suoni di pace
e dal violino s’alzan dolci note                                                


mentre l’angelo suona e fra le corde
vibra nell’aere e come singulto trema
l’ultima nota.

Ferrara, 25 Luglio 2016
( Pubblicata in “Nelle ferite del tempo”)

giovedì 15 settembre 2022

Verdi Colline Calabresi




Oltre il rude monte chiuso all’orizzonte,
oltre il bosco che di resina trasuda,
vestita dei colori più smaglianti

                                Improvvisa  m’appare la collina
                                rivestita di  verde, giallo e rossa di trifoglio.
                                Come onde vaganti, qua e la più alte, mostra

lungo i suoi fianchi,  ampie fenditure,
ferite ignorate mai sanate,
ove l’acqua scivola e si raccoglie.

                                Indugia il guardo sopra bianche mura,
                                sorvola cedri, cipressi, ulivi a schiera
                                come soldati in fila, davanti alla bandiera.


Lontano s’intravede un casolare
confuso tra i colori delle piante,
le mura paion  grigie

                               come il cielo  che sovrasta circostante
                               la collina, impavida, smagliante.
                               Mille colori han l’onde in quell’istante

mille profumi dal vento riversati,
guarda il suo ventre gonfio di smeraldo
occhieggia il  pavido e azzurro fiordaliso,

                                  il rosso  papavero ch’ai suoi piedi
                             par che  l’illumini.
                                  Gioisce il cuore della mia collina.  

 Sellia Marina, 27 Aprile 2010
Rocca Imperiale-Premiata al III  FEDERICIANO 2011- Aletti editore
2022-Molochio -Assoc. ACUME, Premio Speciale Montagna Galasia  17 Settembre 
              





      
  


                                                                     



giovedì 21 luglio 2022

DELIRIO


Son le mie notti come questo vento,
turbine di passione che io non celi
come il sole dietro nuvola a giorno.

Non hai speranze se l’amor consuma,
giocando sopra un prato o con la luna
che striscia lenta, allunga il suo bagliore
dentro l’alcova, apposta tra glicini in fiore.

Il desiderio cresce, ardon le labbra,
e come fil di fumo in focolare al vento sale,
così risveglia i sensi lo sguardo tuo
che filtra tra le palpebre socchiuse,                                           

scioglie ogni freno, scuote dal torpore,
ogni fibra urla di piacere, i fianchi stanca
questo desio d’averti ancora accanto,

mirabile padrone del mio cuore.

Sellia Marina, 29 Febbraio 2016 
Menzione d'Onore-"Altre parole d'amore"-10 Settembre 2016
Premio Acume-Premio Letterario Internazionale-Molochio 17 Settembre 2022


Il delirio degli amanti è tema ricorrente in poesia: la fiamma d’amore che brucia i sensi e il cuore arde fortemente nel pensiero dei poeti che tendono sempre a rendere il sentire come sentimento assoluto, sciolto, cioè, da ogni legame che impedisce all’uomo di andare al di là di una fisicità che potrebbe provocarne un’immediata dissoluzione. Così in questo componimento. Se nella prima strofa il ritmo è incalzante in sintonia con il motivo della passione vento/turbine, in cui la forza del desiderio si esprime attraverso una silenziosa esclamazione (che io non celi), perseguita con insistenza nel successivo paragone (come il sole dietro a nuvola a giorno), nelle quartine centrali lo stesso rallenta quasi a voler prolungare quegli attimi in cui il desiderio cresce, ardon le labbra fino a percepire i sensi come attratti da una forza sovrumana: così come il fil di fumo che il vento attrae a sé attraverso quel focolare che rimanda, come fatto poetico ormai storico, all’idea dell’intimità della casa, della sua parte più interna. Questa forza che si eleva sull’umano la si coglie particolarmente nella seconda strofa in cui la natura stessa si fa complice dell’ardore che coinvolge gli amanti: amore come lusus, gioco, nell’immagine del prato, e amore come nascondimento innanzi al quale solo la luna ha l’audacia di allungare il suo bagliore sino al talamo, eppure anch’essa si arresta tra i glicini in fiore, discreta, quasi rapita dalla sacralità dell’atto risvegliato da uno sguardo, anch’esso discreto (tra palpebre socchiuse), sebbene rapitore, ladro degli amorosi sensi (v. 11): così esso scioglie e scuote, ma se ogni fibra urla di piacere e i fianchi stanca è in virtù di un pensiero che è già desiderio – il desiderio di aver ancora accanto l’amato, quel mirabile padrone di stilnovistica memoria, ma di una memoria  rinnovata: non è l’amata ad essere domina, padrona, ma l’amato. Così l’ultimo verso che chiude il componimento rievoca tutta la classicità di un tema filtrato qui attraverso l’estremo desiderio della donna – non esplicito, non decantato – quello di appartenere al suo dominus, che per essere depositario di tanto ardore è, appunto, mirabile. ( M. Spagnuolo ).

17 Settembre 2022-Premio Letterario Internazionale  " Aspromonte città di Molochio ", Associazione ACUME- Premio Acume  

lunedì 20 giugno 2022

DOVE E' SILENZIO

Dove è silenzio, più forte il sibilar del vento
insegue  sospiri che s'innalzano
fino alle nubi  rincorrendo
vuoti inutili cerchi nel firmamento

avvolto  da un manto trapuntato
di luci che non vedono tramonto.
Vivon lassù, dove è silenzio eterno
i sogni dei mortali, amori, deliri


ricadon poi su una terra amara
calpestati da piedi sanguinanti,
nessuna rete salva e come sale
si sciolgon dentro l'acqua del gran mare.
E l'onda torna a ripescare
una goccia abbandonata sulla riva
non vuol lasciare lacrime sospese...
Dove è silenzio li, nessuno geme


Sellia Marina, 20 Giugno 2012

mercoledì 8 giugno 2022

S.MARIA DELLA PIETA'



Sotto queste volte il tempo s’è fermato
ma odi ancora eroi, signori e cavalieri,
martiri, timide donzelle addormentate

che s’affacian piano tra le pietre antiche
e accostano a un altare consumato
 da secoli e preghiere mai sopite.

Ha resistito a barbari e tiranni
e splende ancor la volta ed i suoi archi
mai piegati dal tempo e scoloriti,

( incuria moderna per la storia)
or di  luce dorata son soffusi.
Lieve sfiori un pilastro già ferito

risuonan gemiti da  una feritoia...
chiudi la porta sopra quel tesoro
prima  che involi, ed il tempo

sarà ancora custode del mistero.

Sellia Marina, 23 Settembre 2012
( Mostra di Caterina Rizzo in S.Maria della Pietà-Squillace)


venerdì 3 giugno 2022

QUANDO SCRIVERÓ DI TE



Quando scriverò di te
dirò dei lunghi silenzi fra di noi
perché il cuor che parla
non ha bisogno di parole
ma sguardi d’infinito che s’incontrano,
si perdono dentro profondità siderali
e lì s’afferrano, danzano melodie profonde,
l’iride riflette nel silenzio
il tumulto del mondo, l’affanno
che rifugia e che consola
dove s’invola rapida di luce
ogni parola espressa,
ogni silenzio libero s’ascolta
racchiude in sé dolcezze di dolore.

Sellia Marina, 8 Marzo 2019
Tiriolo 7 Dicembre 2019-
Accademia dei bronzi-Calendario D'Arte e Poesia 2020-

domenica 27 marzo 2022

IO CI SARỜ



Non so dove e non so quando

in altri luoghi o in altro tempo

ti rivedrò.

Sarà domani o forse è stato ieri

un volo d’angelo l’incontro,

carezza d’aprile il primo bacio

donato fra le mani del vento.

Fra le nubi o forse in  mare

t’incontrerò

nell’aurora che avanza

come  virginea sposa

e nel tramonto che riluce

alla sponda nostra amica

depositare i sogni

quelli insieme tessuti

ai margini della vita.

Io ci sarò, verrai?

 Sellia Marina, 23 Settembre 2021

lunedì 7 febbraio 2022

43° ANNIVERSARIO



Lo so! Tu non vuoi che i ricordi
felici che porto nel cuore,
diventino solo rimpianti
dei giorni che più non verranno.

Quanti anni insieme vissuti
Di gioie e  dolori,
 normale, come per tutti.
 Ma tu eri speciale!

Che mi vale guardare il tuo viso
da una bianca pietra di marmo?
Io ti penso e ricordo il sorriso
sornione e la voce tua grave.

Ed aspetto! Verrai a cercarmi
e abbracciandomi forte
un’ ultima  volta, mi stringerai
per non farmi cadere, per non farmi male.

Lo sai, non so ancora volare!.
                                   
Dalla tua immarcescibile Katia
Sellia Marina 4 Settembre 2008
Nel 43° anniversario delle nostre nozze
Da "Vorrei..." Aletti Editore 2010

venerdì 21 gennaio 2022

QUESTO TEMPO SOSPESO


Questo tempo sospeso nel nulla,

raccolto, smorzato, come nebbia      

che avvolge e discopre barlumi

non ha età,

la vita è la misura di quello che ti resta

non quello che hai vissuto

e a piedi sei rimasto…

tu non aver paura

di quello che verrà.

 

Il tempo non ha età

non cura le distanze

non teme le tempeste

non frena la tua voglia

di vivere un istante

fuori, dal misero presente.

 

Il tempo è tuo compagno

ti segue, ti precede, t’invoglia a superare

ogni periglio debole o grave

che t’è offerto dentro un vaso

od in valigia chiuso che tu non sai aprire

perché è un tempo sospeso

e non lo puoi afferrare.

 

Sellia Marina, 23 Novembre 2020